Un retroscena che ha destato comunque qualche preoccupazione per il Festival di Sanremo 2021 dove è tornata ad aleggiare l’ombra del Covid-19. Infatti, durante l’ultima serata finale che ha decretato la vittoria dei Maneskin, è esplosa la protesta fuori dal Teatro Ariston. Cos’è successo?
Il Festival di Sanremo 2021 è andato a braccetto con il Covid-19 e nessuno, nonostante l’impegno di tutti, ha dimenticato la delicata situazione sanitaria che stiamo vivendo. A ricordarcelo in pole position una platea dell’ Ariston vuota, i fiori che non potevano essere toccati, il cantante Irama che è in quarantena fiduciaria dopo la positività di un membro del suo team e lo stesso Vincenzo Mollica, storico inviato, che ha lavorato da casa.
Lo stesso ospite fisso Achille Lauro, che ha portato in scena dei quadri viventi che cambiavano tematiche nel corso delle cinque serate, ha voluto rompere il ghiaccio con un travestimento con piume rosa e lacrime di sangue, un omaggio al settore dello spettacolo, facendosi portavoce del dramma lavorativo che gli artisti, in stand by da un anno per la pandemia, stanno vivendo insieme alle loro famiglie.
Insomma è stato davvero un Sanremo anomalo che non ha potuto dimenticare il Covid-19 né dentro il teatro e neanche fuori dall’Ariston.
Attimi concitati e di tensione mentre dentro il Teatro di Sanremo 2021 cominciava l’ultima puntata della finale del Festival.
Infatti mentre la banda della Marina Militare iniziava la sua esibizione, intonando l’inno di Mameli, fuori dal teatro si scatenava la protesta al grido di: “Libertà, libertà” e “Lavoro, lavoro“. Che cos’è successo?
A darsi appuntamento ieri sera, 6 marzo, intorno alle ore 21 lungo via Matteotti antistante il teatro, sono stati un centinaio di ristoratori e i commercianti della nota città dei fiori ed hanno deciso di organizzare una manifestazione pacifica per dar voce alla loro rabbia, a tutto lo stress e la stanchezza che il loro settore vive dall’inizio della pandemia.
C’è stata soprattutto disperazione nella loro protesta per una terza chiusura dovuta al prossimo lock down: i ristoratori di Sanremo, i commercianti e le loro famiglie sono davvero preoccupati. Per la terza volta sono di nuovo costretti ad abbassare le serrande e la domanda è: “Come andranno avanti?”.
Così urla e fumogeni l’hanno fatta da padrone davanti all’Ariston, utilizzando la visibilità del Festival per fare da cassa di risonanza alla loro protesta. A placare gli animi un cordone della Polizia che è intervenuto per bloccare la manifestazione.
Il Festival di Sanremo è stata un’occasione ghiotta per i commercianti della città e per evidenziare il loro dissenso verso le misure restrittive anti – Covid. Oltre la protesta della finale, nei giorni scorsi i baristi dei locali vicino al Teatro Ariston hanno deciso comunque di chiudere volontariamente la serranda.
La protesta dei bar è stata improvvisa e contro la scelta della Regione Liguria che, in occasione del Festival, ha portato il passaggio di Sanremo da zona gialla ad arancione rinforzata, nell’arco di neanche 72 ore.
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I ristoratori hanno attaccato il Governatore Toti che con questo apri e chiudi sta dissanguando le loro attività, così come si legge su alcuni striscioni di protesta: “I commercianti di Sanremo ringraziano sentitamente il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, per averci fatto aprire lunedì e chiudere il mercoledì della stessa settimana”.
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