Qual è il senso della messinscena delle 6000 Sardine nella sede del Pd? La politica ridotta a vuota immagine, buona solo per i social.
La politica è qualcosa di più che una foto a favore di macchina un ritratto di Berlinguer sullo sfondo. Ma al tempo dei social il nulla cosmico vince quando hai tanti follower. Lo sa bene Chiara Ferragni che porta il marito in finale a Sanremo invocando i propri seguaci e lo sanno anche le Sardine che con una operazione di pura e vuota propaganda cercano di acquisire consenso e visibilità in un complicato momento per la sinistra e il Partito democratico.
Le Sardine che si presentano alla sede del Pd sono circa una decina, le macchine fotografiche e i microfini almeno tre volte tanto. La presidente Valentina Cuppi, gli apre la porta e li accoglie a braccia aperte. Mattia Santori, frontman del movimento 6000 Sardine, avvia una operazione di visibilità alla ricerca di una inutile ribalta che non rinnova il partito e tanto meno la politica. Frontman è detto non a caso, visto che non si capisce quale sia il senso di occupare con una tenda la sede del Nazareno. Gli esponenti delle Sardine chiedono al Partito democratico una nuova costituente e una Piazza Grande bis, ma di proposte nemmeno l’ombra. In compenso le foto dei tre giovanotti dalla faccia pulita con tanto di sacco a pelo sono perfette per le copertine dei giornali e le bacheche dei social.
“Ci siamo stancati di una politica fatta sugli schermi e con decine di comunicati – dice Santori davanti alla telecamera – . Noi ci mettiamo il corpo e la faccia. Noi facciamo parte di un campo progressista e chiediamo che si apra una fase Costituente, non per il Pd o per le sardine, ma per migliaia di persone che da anni aspettano. Noi tutti in 15 anni, i partiti, le associazioni, i cittadini, non siamo riusciti a costruire una alternativa, e questo perché siamo tutti innamorati delle nostre etichette e delle nostre sigle. L’alternativa ci sarà comunque, spetta al Pd decidere se esserci o no. Serve una proposta politica credibile, e non spetta a noi farla, ma spetta ai partiti politici. Abbiamo con noi i sacchi a pelo perché non ci basta essere ascoltati, chiediamo una iniziativa politica e siamo disposti ad accamparsi finché non la avremo”.
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Il Pd intanto naviga nel buio politico e programmatico più assoluto, non solo per l’addio di Zingaretti alla segreteria. Il partito è ormai diventato una corrente del governo, di tutti i governi, siano essi con M5S, Lega, Forza Italia o altri, perché l’obbiettivo è quello di governare sempre e comunque per un “senso di responsabilità” verso il Paese che odora più di Occupy Ministero (per scimmiottare l’Occupy Pd di qualche tempo fa) che di idee e rappresentanza.
In una fase così critica per la Sinistra di questa ennesima messa in scena, care Sardine, non ne sentivamo davvero il bisogno.