Operazione “Hub” della Digos contro l’immigrazione clandestina. Smantellata una rete al Nord Italia che forniva documenti falsi ai curdi. Indagini partite da una cellula di Trieste guidata da un 30enne iracheno. Emersi legami con l’attentatore siriano di Londra del 2017
La Digos di Trieste, supportata dal Servizio per il Contrasto all’estremismo e terrorismo esterno, ha smantellato un’organizzazione dedita al transito di clandestini provenienti dal Kurdistan e diretti in Europa. L’associazione, inoltre, procacciava documenti d’identità falsi in cambio di ingenti somme di denaro. La polizia ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui due estese in ambito europeo, e due arresti domiciliari nei confronti di cittadini iracheni di etnia curda.
Immigrazione clandestina, a capo un iracheno
I poliziotti hanno effettuato anche diverse perquisizioni che hanno coinvolto un cittadino italiano. Una decina di persone risultano indagate ma non si trovano in Italia e dunque le ricerche sono estese anche all’estero. L’operazione, denominata “Hub”, diretta dal pm Massimo De Bortoli, ha riguardato, oltre che Trieste, numerose città del nord Italia. Le indagini sono cominciate da una serie di approfondimenti su un cittadino iracheno residente a Trieste, M.F.S., di 30 anni, risultato in contatto con il 22enne siriano Ahmed Hassan, alias Aziz Aljaf.
Quest’ultimo è il responsabile dell’attentato terroristico compiuto il 15 settembre 2017 a Londra, quando un ordigno rudimentale esplose a bordo nella metropolitana alla stazione Parson Green. Un attentato che fu successivamente rivendicato dall’Isis. Dalle indagini non risulta tuttavia che le persone arrestate o indagate abbiano commesso reati inerenti il terrorismo internazionale.
Le indagini hanno accertato l’esistenza di una cellula triestina, costituita da un cittadino iracheno, il quale, nonostante nel corso delle indagini si sia trasferito prima in Olanda e poi in Germania, ha mantenuto la supervisione. Della cellula facevano parte da numerosi altri complici. Questa associazione transnazionale ha favorito l’immigrazione illegale in Europa, in particolare in Germania, Francia e Paesi del Nord di numerosi migranti irregolari, prevalentemente curdi originari dell’area siro-irachena. Questi transitavano e facevano tappa a Trieste, ritenuta dagli investigatori un centro di snodo della cosiddetta rotta balcanica.
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Le indagini vanno avanti
Ovviamente, i migranti pagavano un’ingente somma in danaro per ottenere il transito e i documenti falsi. Le indagini hanno anche appurato che alcuni componenti della cellula triestina hanno aperto basi logistiche con lo stesso scopo in altri luoghi del Nord Italia, tra cui la provincia di Bolzano. Il tutto anche con l’aiuto economico dell’organizzazione transnazionale.
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Quello che potrebbe essere il capo dell’organizzazione, l’iracheno M.F.S. – anche grazie ad un’articolata collaborazione internazionale di polizia – è stato arrestato in Germania. A fermarlo le autorità tedesche, in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria triestina. Le attività d’indagine sono tuttora in corso, ha reso noto la Digos.