Dopo la variante inglese, quella brasiliana e quella sudafricana, spunta anche la variante nigeriana del Covid, che preoccupa molto
In attesa del nuovo DPCM al quale il paese dovrà sottostare fino alla fine delle vacanze di Pasqua, spunta una nuova variante del Covid che preoccupa non poco, quella nigeriana.
Covid, la variante nigeriana
La nuova variante nigeriana è stata individuata e isolata a Brescia ed è al momento allo studio per capire come è nata e soprattutto come può impattare nel nostro paese.
La preoccupazione è molta: “Per la prima volta in Italia abbiamo isolato il virus portatore di queste mutazioni – spiega Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili bresciana –
siamo preoccupati perché l’efficacia dei vaccini su questa tipologia di mutazione è tutta fa verificare. Questa variante in particolare potrebbe rivelarsi più resistente ai vaccini”.
I casi accertati di variante nigeriana nel nostro paese sono nove. Ma la soglia di attenzione è molto altra: perché anche le varianti precedenti si erano manifestate con pochi casi isolati, ma oggi sono un elemento di grandissima preoccupazione.
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Brescia, emergenza continua
A Brescia in particolare la situazione è particolarmente difficile. Dopo avere subito con grande violenza la prima fase dell’epidemia da Covid tutta la provincia bresciana è in zona arancione da tempo. Per diversi giorni l’ipotesi era quella di rendere Brescia zona rossa a causa del massiccio intensificarsi di contagi e ricoveri. In tutta la città si vive un clima di grande preoccupazione.
La variante è stata ribattezzata nigeriana perché di origine africana ma è nota anche con la sigla B.1.525 e in un primo momento era stata definita ‘scozzese’ perché la Scozia è stato il primo paese ad averla affrontata con casi che si erano moltiplicati in pochissimi giorni. Oggi è diffusa anche in Danimarca, ma ci sono altre segnalazioni che riguardano Stati Uniti, Francia, Spagna e Australia.
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I numeri della Lombardia
Secondo le stime della Regione la presenza di varianti in Lombardia dovrebbe ammontare al 64%. Praticamente più del doppio rispetto alle stesse analisi di quindici giorni fa. L’assessore lombardo al Welfare, Letizia Moratti parla di dati oggettivi: “Complessivamente, dall’inizio dell’attività annoveriamo 2.023 campioni con 978 casi di varianti”. Quella più presente in assoluto resta la variante inglese.