Cambio di vertici con Mario Draghi. Il Presidente del Consiglio ha nominato Fabrizio Curcio Capo Dipartimento della Protezione civile, mentre Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, è sempre più isolato.
Domenico Arcuri sempre più solo. Il Presidente del consiglio Mario Draghi ha infatti nominato Fabrizio Curcio a capo della Protezione Civile. Un primo passo verso la costituzione vera e proprio del “team” Draghi, quello che il Premier, salito alla Camera e al Senato prima di ricevere i voti, ha definito cruciale per accelerare sul piano vaccinale. Un piano vaccinale che avrà proprio al centro la Protezione civile, il cui ruolo è stato rilanciato proprio da Draghi. Così, a capo del Dipartimento delle emergenze, c’è ora Fabrizio Curcio, 55 anni, ingegnere con due master in protezione europea e sicurezza e una gavetta non da poco nei vigili del fuoco. Potrebbe giocare un ruolo di primo ordine nella lotta alla pandemia anche Franco Gabrielli. Il neo sottosegretario ai Servizi potrebbe ricevere una delega di consigliere per la sicurezza nazionale del presidente del Consiglio, diventando una specie di “super commissario per l’emergenza”, incluso il piano vaccini, per lavorare accanto a Curcio in una strategia unitaria e coesa.
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Chi al contrario gioca un ruolo sempre più marginale è Domenico Arcuri che potrebbe finire a occuparsi, in qualità di amministratore delegato di Invitalia, della parte logistica amministrativo-contrattuale che riguarda dosi, forniture e contratti firmati. Non si occuperà, invece, della campagna vaccinale vera e propria, e i poteri di Arcuri sembrano tornare a nuovi nomi e alla Protezione civile. Il piano di Mario Draghi prevede di moltiplicare le iniezioni ora troppo basse, che potrebbero arrivare fino a 300mila al giorno, oppure – secondo stime più elevate – anche a 500-600mila dosi ogni 24 ore.
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Cambio di strategia?
Tra l’altro, Mario Draghi gioca tutto sul cambio di strategia. Per i vaccini , infatti, il Premier ha pensato di fornire la prima dose per più persone possibile, mentre il richiamo avverrà in un secondo momento. Una decisione ancora non ufficiale; per adesso la scelta è stata fatta solo verso chi ha già contratto il Covid, e per cui una sola iniezione viene considerata sufficiente. Per tutti gli altri la valutazione è in corso ma potrebbe essere determinante il parere degli esperti e del Comitato.