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Economia

Istat, crollo Pil 2020 dell’8,9%: aumento di debito e pressione fiscale

Il Pil 2020 ha avuto un crollo dell’8,9%, mentre aumentano debito e pressione fiscale e a febbraio cresce l’inflazione

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Nel 2020 il Pil in Italia ha subìto un crollo dell’8,9%. Lo rivela una stima dell’Istat. Il debito italiano ha invece raggiunto, sempre nello stesso anno, quota 2.569.258 milioni e corrisponde al 155,6% del Pil.  L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, rapportato al Pil nel 2020 è di -9,5%, rispetto al -1,6% nel 2019. Il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi)  è stato pari di -6,0% (+1,8% nel 2019).

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Nel 2020 la pressione fiscale in toto è risultata essere del 43,1%, quindi in salita rispetto al 2019 (42,4%). Crescono i prezzi tendenzialmente per il secondo mese consecutivo, tant’è che a febbraio secondo stime preliminari il NIC, al lordo dei tabacchi, ha visto una crescita dello 0,1% a livello mensile e dello 0,6%  a livello annuo. L’inflazione acquisita per il 2021 corrisponde al +0,7% per ciò che concerne l’indice generale e  a +0,4% per la componente di fondo.

Secondo l’Istat, la lieve accelerazione dell’inflazione «si deve prevalentemente all’ulteriore attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -6,3% di gennaio a -3,6%) e all’inversione di tendenza dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,1% a +1,0%). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+1,4%) e, in misura minore, dei Tabacchi e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,4% per entrambi). Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una diminuzione su base mensile dello 0,2%, a causa del protrarsi dei saldi invernali di cui il NIC non tiene conto, e un aumento dell’1,0% su base annua (da +0,7% nel mese precedente)».

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«La crescita tendenziale più marcata dell’IPCA rispetto a quella del NIC si deve ai prezzi di Abbigliamento e calzature che su base annua aumentano del 5,8% (da +5,2% di gennaio) a causa del calo congiunturale (-4,8%) più contenuto di quello di febbraio 2020 (-5,2%), che fa sì che si rafforzi la già ampia crescita su base annua registrata a gennaio per questo raggruppamento merceologico», chiosa l’Istat.

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