Bonus baby sitter e congedi parentali: come ottenerli e cosa c’è da sapere?

La nuova ondata di contagi sta travolgendo l’Italia e ha tra le conseguenze la chiusura delle scuole. Ciò reca un grande disagio alle famiglie, poiché i genitori, lavorando, non possono badare ai bambini che sono costantemente a casa. Per questo motivo il governo, ora guidato da Mario Draghi, sta pensando ad alcune misure a sostegno alle famiglie con figli che sono costretti dalle restrizioni locali a stare a casa in didattica a distanza. L’ipotesi che in questo momento sembra più accreditata riguarda la reintroduzione di alcuni dei provvedimenti già utilizzati per far fronte alla prima ondata, come il bonus baby sitter o i congedi parentali. Queste misure sono scadute e ancora non sono state rinnovate. La ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, Elena Bonetti, ha dichiarato: “Saranno nel primo provvedimento utile. Su questo il Mef sta lavorando e non abbiamo al momento una data precisa.” Non appena pronto però, il testo permetterà alle famiglie italiane di ottenere un valido aiuto, a prescindere dalla fascia di rischio in cui è collocata la regione dei richiedenti. Le uniche condizioni poste sono che a livello locale sia in vigore la didattica a distanza obbligatoria e che i genitori non siano in smart-working.

 

Bonus baby sitter

Il bonus baby sitter risulta scaduto il 31 dicembre 2020 (in realtà il termine per presentare le richieste era stato prorogato al 28 febbraio 2021) e prevedeva un bonus del valore di 600 euro al mese da destinare alle famiglie con figli, che saliva per alcune categorie come medici e infermieri. Una formula che, complice la conferma della Bonetti a capo del ministero, sembra si voglia riproporre, non solo allungando ancora la “copertura”, ma anche includendo i giorni che resteranno scoperti tra la scadenza del 28 febbraio e l’entrata in vigore di un nuovo decreto. Bonetti ha dichiarato: “Sto costruendo la norma in modo che sia retroattiva, così da non lasciare buchi.” Il bonus baby sitter potrà dunque essere utilizzato per pagare le ore già lavorate e, nel caso in cui si fosse deciso di ricorrere al congedo parentale, si potrà recuperare l’indennità.

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Congedo parentale

L’altro asso nella manica del governo è il congedo parentale. Questo riguarda i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, con figli minori di 14 anni e può essere richiesto da un genitore per volta, non da entrambi nello stesso giorno. Non spetta però a chi è in smart-working. Per i giorni di congedo presi si ha diritto a un’indennità pari al 50% dello stipendio. Se invece i figli che motivano l’accesso al congedo hanno più di 14 anni, questo resta comunque possibile, ma senza stipendio.

Elena Calabrese

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