Vaccino Astrazeneca: rifiutate centinaia di migliaia di dosi in tutta Europa. Per molti Paesi è «di seconda classe» rispetto ai sieri Pfizer o Moderna. Il caso della Germania
Il vaccino AstraZeneca è di seconda classe rispetto a quello di Pfizer? È questo il dubbio che ha spinto i cittadini di molti Paesi europei a rifiutare il siero prodotto dalla casa farmaceutica anglo-svedese. Nonostante, però, l’Ema rassicuri sulla sua efficacia: «AstraZeneca non ha controindicazioni ed è efficace in tutte le fasce d’età».
La campagna vaccinale in Germania
In Germania, ad esempio, stando ai dati raccolti dalle autorità sanitarie in due settimane sono state inoculate solo 270.986 delle 1,45 milioni di dosi ricevute. Questo perché, riporta Il Messaggero, molti tedeschi (compresi gli operatori sanitari) si rifiutano di prenotare il vaccino AstraZeneca o addirittura non si presentano agli appuntamenti. Si ritiene infatti che la sua efficacia – stimata tra il 60 e il 90% a seconda dei casi – sia di gran lunga inferiore a quella del siero Pfizer-BioNTech (95%) o dell’americana Moderna (94%). Teoria alimentata anche dai media tedeschi, che da settimane lo definiscono un vaccino «di seconda classe».
Più in generale, però, la Germania risente di uno scetticismo diffuso verso tutti i vaccini. Tanto che, secondo un sondaggio della Fondazione Bertelsmann, un terzo dei tedeschi non vuole sottoporsi alla vaccinazione. Ciononostante, l’Oms, i principali virologi tedeschi e alcuni vertici politici del Paese hanno difeso l’efficacia del vaccino AstraZeneca. Dati recenti sull’uso del siero in Scozia, infatti, hanno dimostrato che, anche dopo una sola dose, potrebbe ridurre il rischio di ricoveri ospedalieri di circa il 94%.
Ue, 4 dosi su 5 di AstraZeneca inutilizzate
Quattro dosi su cinque del vaccino AstraZeneca consegnate ai Paesi Ue non sarebbero ancora state utilizzate. Lo rivela un’inchiesta del quotidiano britannico The Guardian. Stando ai dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control, si stima infatti che 4.849.752 delle 6.134.707 dosi distribuite ai 27 Paesi membri siano ancora «ferme ai box». Il Belgio ad esempio ha ricevuto 201.600 dosi di AstraZeneca e ne ha somministrate appena 9.832. La Bulgaria ne ha inoculate 2.035 delle 117.600 ricevute (pari all’1,73%). La situazione è migliore in Italia, dove ne sono state somministrate il 19%, ossia 96.621 delle 499.200 ricevute. La Francia non ha fornito i dati, ma secondo quanto rilevato dal sito Covidtracker.fr, la percentuale si aggirerebbe attorno all’11% con 125.859 dosi di AstraZeneca usate su 1.137.600.
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Il siero anglo-svedese agli over 80
«Al momento siamo in attesa di uno studio che dovrebbe essere completato a giorni negli Stati Uniti e da qui potrebbero esserci ulteriori prove di efficacia. Stanno già cominciando a uscire dei lavori che dicono che l’efficacia è buona, plausibilmente superiore alla stima molto conservativa che si è fatta nella scheda tecnica del vaccino, cioè attorno al 60%. Sarà dunque più di questa percentuale ed è un vaccino ottimo per contenere la pandemia. È un vaccino che può essere usato in tutti i pazienti adulti dai 18 anni in su. E quindi anche nelle fasce anziane». A dirlo è Armando Genazzani, rappresentante italiano nel comitato tecnico Chmp dell’Agenzia europea del farmaco Ema, in un’intervista a Radio24.
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«Noi abbiamo dati di immunogenicità, cioè di dimostrazione che il vaccino di AstraZeneca è in grado di scatenare una risposta anticorpale anche nella popolazione anziana – ha aggiunto -. Hanno studiato pochi pazienti e in ogni caso l’efficacia vaccinale è leggermente inferiore». Comunque, «non ci sono controindicazioni a darlo agli anziani questo vaccino. Speriamo che la situazione si “complichi” presto con l’arrivo di ulteriori nuovi vaccini. E allora ci sarà ancora di più necessità anche organizzativa di poter allocare il giusto vaccino alle giuste persone».