Ancora battaglia sulla prescrizione. Il partito di Giorgia Meloni ha tentato di far passare un Ordine del giorno per superare la riforma Bonafede, respinto grazie ai voti di M5s e Pd. Lega, Forza Italia e Italia viva si astengono.
Ci riprova, Fratelli d’Italia, a scardinare il provvedimento sulla prescrizione di Alfonso Bonafede. Il partito di Giorgia Meloni ha presentato un emendamento al Milleproroghe per chiedere lo stop della riforma dell’ex guardasigilli, tentando Lega, Forza Italia e Italia viva che, alla fine, si sono astenuti dal votare. E l’emendamento è stato respinto grazie ai voti di Pd, M5s e Leu. Su 418 deputati presenti, infatti, 227 hanno votato contro, 29 a favore e ben 162 si sono astenuti. Eppure, la linea del governo era chiara: il ministro dei rapporti col Parlamento, Federico D’Incà, aveva chiesto di ritirare la norma ma i partiti dell’ex opposizione, oggi alla maggioranza, ha deciso però di votare contro l’emendamento di Fdi. Il tutto, per evitare di incrinare i rapporti con Marta Cartabia.
Leggi anche: Marta Cartabia e la dura sfida di mettere tutti d’accordo sui temi della Giustizia
La Cartabia, dal canto suo, si è impegnata ad affrontare il nodo della prescrizione ma solo all’interno delle riforme del processo penale, senza parlarne apertamente. E proprio l’Ordine del giorno proposto dalla Cartabia la scorsa settimana è passato, a differenza di quello di Giorgia Meloni, senza neppure il voto e neanche il dibattito.
Leggi anche: Bonafede:Futuro del M5s è intrecciato a Conte. Rifondare il Movimento da capo
Quest’ultimo, quelli a firma Fdl, presentato dai deputati Del Mastro, Lollobrigida, Varchi, Maschio e Rizzetto ha richiesto al governo “di adottare ogni iniziativa necessaria a superare quanto prima la riforma della prescrizione voluta da Bonafede”. E Andrea Del Mastro Delle Vedove, commentando il testo della Cartabia, ha usato toni irruenti, facendo notare come quel testo contenesse cose evidenti, come il fatto che il testo rispetta “il giusto processo”, cioè rispetta la” Costituzione”, rispetta i “diritti fondamentali della persone”.