Quinta udienza nell’ambito del processo per abusi nel San Pio X. Quattro testimoni:«Cardinale Comastri informato, bollò tutto come falsità»
Durante il processo per abusi al Preseminario San Pio X, tre ex chierichetti hanno testimoniato descrivendolo come «un ambiente malsano». Quattro i testimoni, tre ex chierichetti e un sacerdote della Basilica di San Pietro. I quattro hanno parlato di un luogo in cui vigevano divisioni, rivalità, palpeggiamenti, battute pesanti su aspetto fisico o a sfondo omosessuale, che sarebbero sfociate in presunti abusi di potere e sessuali.
Nel processo sono imputati il giovane prete Gabriele Martinelli, accusato di abusi, e l’ex rettore don Enrico Radice, indagato per mancata vigilanza e negligenza. Domani testimonierà il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, diocesi in cui c’è l’Opera Don Folci che gestione il Preseminario.
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Il primo a parlare è stato Andrea Spinato, ex studente del Preseminario dal 2000 al 2008. Spinato ha raccontato che Martinelli aveva un «ruolo dominante» in particolare nel coordinamento delle attività quali i turni nelle liturgie in Basilica. Spinato ha detto che era «una cosa percepita e manifesta» che avesse «atteggiamenti omosessuali», tanto che lo soprannominavano «la Madre», una specie di badessa di tutti i pre-seminaristi.
«Le battute a sfondo omosessuale erano frequenti, come pure i nomignoli declinati al femminile», anche su cardinali e vescovi di Curia alludendo al loro orientamento sessuale. Lo ha precisato Alessandro Flaminio Ottaviani, che ha frequentato da universitario a 23 anni il San Pio X ed è autore della prima lettera anonima che fu inviata al Papa per narrare quel che accadeva nel pre-seminario.
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I ragazzi avevano nomignoli e venivano scherniti per il loro aspetto fisico, provenienza o anche per il mestiere dei propri genitori. C’era chi ci rideva su e chi invece la viveva con grande ansia, come Christian Gilles Donghi, che ha vissuto un mese in Preseminario ma racconta che è stata una «esperienza logorante. Il pettegolezzo era molto acceso. Sono stato schernito anch’io… Mio papà è andato via di casa quando avevo 9 anni, mi ha cresciuto mia mamma, ho atteggiamenti effeminati ma non sono omosessuale», ha detto.
Ma la vera questione, quella su cui è incentrato il processo, sono, per l’appunto, gli abusi sessuali. A quanto pare Martinelli soleva palpeggiare nelle parti intime dei ragazzi, ma nessuno di loro dice di aver assistito a rapporti sessuali ma solo di averne sentito parlare.
Uno su tre dice di aver visto Martinelli toccare i genitali di un altro ex studente, A. Garzola, che avrebbe dovuto testimoniare però non era presente oggi. Sembrerebbe che Martinelli fosse molto attratto da lui, tant’è che poi, sentendosi rifiutato da lui, avrebbe iniziato a emarginarlo:«Da allora è caduto in disgrazia, emarginato, pressato psicologicamente» e questo sarebbe il motivo per cui avrebbe abbandonato il San Pio X.
Durante gli interrogatori è venuto fuori più volte il nome del cardinale Comastri, da poco pensionato che aveva una certa responsabilità diretta sul Preseminario. A quanto pare l’uomo sarebbe stato avvisato di voci che circolavano in merito al San Pio X ma le aveva bollate come «false». Tali voci provenivano anche da Kamil Jarzembowski, polacco entrato in pre seminario nel 2009 e poi allontanato. «Ho visto uscire Kamil dallo studio di Comastri», ha detto Ottaviani. Nonostante ciò, Comastri si sarebbe opposto anche alla scelta di rimuovere Radice come rettore da parte del vescovo di Como Coletti e dal vicario giudiziale don Andrea Stabellini, incaricato di indagare dopo che in diocesi erano giunte lettere in cui si segnalavano «fatti gravi».
È Donghi a rivelarlo, tra contraddizioni e vuoti di memoria, dicendo che Stabellini lo avrebbe informato di un viaggio a Roma per far luce su quanto accaduto. Tutto ciò a sollevato le proteste di alcuni legali dicendo che non è giustificabile che un seminarista sapesse dettagli di un’inchiesta. Donghi aveva detto di non aver mai contattato Martinelli dopo essere uscito dal Preseminario ma l’avvocato Baffioni ha mostrato un messaggio del 2017 inviato su Messenger in cui supportava Martinelli:«Sono vicino nella preghiera per quanti calunniati dalla istituzione», aveva scritto. Lo screenshot è ora agli atti.
Infine l’ultimo a testimoniare è stato padre Pierre Paul, sacerdote della Basilica di San Pietro. L’uomo, 63 anni, ha detto che L.G. gli aveva fatto delle confidenze, anche se «non ha mai detto esplicitamente cosa non andasse. Si capiva però che erano problemi della sfera affettivo-sessuale». Padre Pierre Pail ha detto che avrebbe voluto denunciare ma L.G. lo avrebbe fermato dicendo di voler «mettere una pietra sopra» su quanto accaduto. Il prete, però, nel 2017 aveva segnalato tutto alla Commissione per la Tutela dei minori:«L’ho fatto lo stesso perché penso che un sacerdote che sa qualcosa e non parla diventa complice».
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