Terapie intensive rischio saturazione, la preoccupazione del Cts

Numeri preoccupanti nelle terapie intensive, ma percentuali troppo alte anche nei reparti ordinari in alcune regioni. Il premier Draghi incontra il Cts. 

Sono otto le Regioni che destano maggiore preoccupazione perchè superano la soglia del 30% di occupazione dei posti letto per pazienti Covid. Il ministero della Salute definisce la situazione “critica” con molta preoccupazione da parte del Cts. Le regioni maggiormente colpite sono Umbria con il 57% seguita da Abruzzo con il 38%, al 33% invece troviamo Molise, Marche e province autonome di Trento e Bolzano con il Friuli Venezia Giulia al 32%. Ultima la Lombardia al 31%. Questi numeri spaventano tutti ma soprattutto virologi e il comitato tecnico scientifico. I contagi sono in aumento così come i ricoveri in reparti Covid e in reparti ordinari e aumentano le terapie intensive.

Le nuove terapie intensive che dovevano essere create, secondo il Piano Arcuri, non sono mai state realizzate completamente. Quindi la situazione ad oggi risulta alla stessa stregua di marzo e aprile 2020, ovvero con le terapie intensive sotto stress. Il quadro appare ancora più preoccupante, dal momento che nella prima ondata si tendeva a ricoverare di più in terapia intensiva. Le nuove strategie di cura e di ricovero prevedono che i pazienti si ritrovano in terapia intensiva all’aggravarsi della malattia. Questo significa che i numeri sono in proporzione più alti e più gravi di quanto non lo fossero un anno fa.

Il punto della situazione del Cts non è confortevole, sono numeri che non promettono una riapertura immediata. La cosa che preoccupa di più il Cts è la variante inglese per il suo tasso di contagiosità e di mortalità. Ieri il presidente del Consiglio ha voluto essere aggiornato dal Cts sulla situazione epidemiologica e Miozzo, il coordinatore del Cts, informa della grave preoccupazione relativa alla variante. Ma tranquillizza per evitare di generare il panico dicendo: “Da un punto di vista scientifico dobbiamo essere prudenti ma non c’è una catastrofe imminente. Abbiamo il controllo della situazione.”

Terapie intensive rischio saturazione: nessuna riapertura

terapie intensive

Non si è parlato di riaperture di bar e ristoranti la sera, ma si è semplicemente fatto un punto della situazione che preoccupa molto il Cts perchè in molte regioni le terapie intensive sono a rischio saturazione. L’Anestesista Petrini, membro del Cts ha osservato che “la pressione sulle terapie intensive, anche se non ha superato la soglia critica, non si abbassa. Ci preoccupa la situazione dell’Abruzzo, di Brescia e dell’Umbria.” L’anestesista poi prosegue concludendo che purtroppo, ovviamente, più cresce il numero di ricoverati in terapia intensiva più sarà difficile contenere la curva dei decessi. La situazione per gli esperti è alquanto allarmante ma come sottolinea la dottoressa Petrini, la gente è stanca dopo un anno di pandemia si sta perdendo il buon senso.

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Gli scienziati sono però fiduciosi che il governo faccia delle scelte dettate dal buon senso, dato che la situazione è abbastanza seria. “Confidiamo che, vista la situazione, si trovino misure di buon senso da parte del nuovo governo e di noi esperti, siamo tutti consapevoli che occorre vaccinare prima possibile tutti gli italiani”, sottolinea la presidente Siaarti. Su questi dati e questi numeri si è mossa la decisione di Draghi, che pur pressato da chi invoca le riaperture e gli allentamenti, sceglie di ascoltare gli esperti e le loro preoccupazioni. Per il momento niente riaperture, sarebbe troppo rischioso.

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Da parte del presidente Draghi c’è l’intenzione di intervenire il prima possibile. La volontà di Draghi è quella di informare anticipatamente gli italiani perchè “i cittadini non sono sudditi. Le decisioni non possono essere calate dall’alto all’ultimo minuto, la gente deve avere il tempo di informarsi e organizzarsi.”

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