Se Gesù in qualche modo ci ha chiamato, riuscirà ad arrivare al nostro cuore in una via ed in un modo che non conosciamo.
Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore che è da sempre.
Non trionfino su di noi i nemici.
Da ogni angoscia salvaci, Dio d’Israele. (Cfr. Sal 24,6.2.22)
I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.
Dal libro del profeta Giona
Gn 3,1-10
In quel tempo, fu rivolta a Giona la parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.
Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi proclamato a Nìnive questo decreto: «Uomini e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e bestie si coprano di sacco e Dio sia invocato con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!».
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Parola di Dio
R. Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Parola del Signore
La generazione a cui Gesù si riferisce nel Vangelo comprende tutti gli uomini che hanno gli orecchi e gli occhi chiusi di fronte all’opera di Dio. Si tratta di quando accade che, pur avendo in qualche modo constatato non solo la sua esistenza, ma anche la sua bontà, tutto questo viene rifiutato.
Di quando, pur di non credere in Dio, un Dio di cui parla tutta la creazione, ci rifiutiamo di accogliere la sua chiamata e anzi lo provochiamo chiedendo un segno plateale della sua esistenza, a mo’ di sfida, proprio come indica il Vangelo.
Il segno più grande che Gesù dona è quello della sua risurrezione: non esiste niente più grande di ciò. Questo è il segno del profeta Giona, che rimase 3 giorni nel ventre di un grosso pesce e fu liberato dal Signore. Proprio come Gesù che morì, discese agli inferi e in terzo giorno resuscitò per la vita eterna, sua e nostra.
Il commento al Vangelo di ieri
La sua risurrezione è il segno più grande che Dio ci ha dato della sua presenza, ed è un segno che si perpetra ogni giorno nella rinascita del cuore di chi lo incontra davvero.
Gesù poi in maniera dura rimprovera chi, nonostante ha avuto la fortuna di conoscerlo nella propria vita, lo rifiuta. Mentre invece, ci sarebbe stato chi. al posto di chi pur vedendo non crede, anche solo sentendo parlare di Gesù indirettamente, avrebbe creduto, si sarebbe convertito e il suo cuore si sarebbe sciolto nell’abbraccio di Dio.
Ad oggi non è facile credere, ci sono tanti fatti che possono mettere in dubbio la nostra fede, ma una cosa è certa: se Gesù in qualche modo ci ha chiamato, riuscirà ad arrivare al nostro cuore in una via ed in un modo che non conosciamo e non ci attendiamo. Sta a noi lasciargli uno spiraglio aperto.
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