Prima la variante Covid inglese, adesso quella brasiliana. “Come capisco se l’ho contratta?”, si domandano i cittadini. Segno tangibile dell’allerta è il numero crescente di scuole che chiudono, ogni giorno, per la presenza delle varianti che sta veicolando forse con maggiore facilità anche tra i più giovani, con comuni interi messi sotto stretta osservazione. Capire se si tratta di Covid o di una delle sue varianti non è semplice. Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, spiega che: “Si procede con il sequenziamento: si tratta di un’indagine di secondo livello che viene fatta a campione su criteri individuati dall’Iss. Innanzitutto si procede in base alla casistica legata al territorio. È un’operazione complessa che viene effettuata tramite macchinari costosi. Con il tempo sarà più semplice avere questi test a disposizione: si sta incrementando la disponibilità di test molecolari che possano evidenziare questa differenza. Per ora si procede a campione, sulla percentuale di casi positivi riscontrati nei giorni precedenti.”
Distinguere le varianti
Spetta all’Istituto superiore di sanità indicare i requisiti per effettuare indagini mirate nell’individuazione delle diverse varianti. Molto dipende dall’incidenza riscontrata in un dato territorio: se emerge un caso di variante brasiliana, a campione, si va ad indagare per trovarne altri nella stessa zona. Le indagini epidemiologiche sembrano così dover rincorrere ogni volta una nuova criticità. Il sistema sanitario si sta attrezzando per aumentare la possibilità di ricerca delle diverse varianti visto che si tratta di indagini più avanzate e, quindi anche più costose. Per potere distinguere la presenza di una variante si parte dai test diagnostici attuali, ma è poi necessario un test specifico altamente specialistico: il “sequenziamento” che riesce infatti a determinare la composizione del genoma del virus. Non si tratta di un’analisi a disposizione del pubblico: viene effettuata solo in centri specializzati per motivi di sanità pubblica.
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Test a campione
L’analisi delle varianti viene effettuata dai laboratori delle regioni: l’obiettivo è sequenziare almeno 500 campioni a settimana, selezionati casualmente, partendo dagli individui vaccinati che successivamente si infettano nonostante una risposta immunitaria al vaccino. Tra le priorità ci sono anche le persone che vivono in contesti ad alto rischio, come gli ospedali. In essi vengono ricoverati pazienti immunocompromessi positivi per lunghi periodi o le persone che provengono da paesi a rischio, o che si trovano in situazioni dove si registra un aumento dei casi o il cambiamento nella trasmissibilità. L’Istituto Superiore di Sanità ha chiesto ai laboratori delle Regioni e delle Province autonome di selezionare dei sotto-campioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus per individuare in particolare la presenza della variante inglese. Successivamente verrà poi individuata la presenza della variante brasiliana e, se necessario, anche quella sudafricana.