E’ esattamente un anno che le nostre vite sono scandite da Dpcm. C’è stato un periodo in cui ogni settimana Conte emanava un nuovo Dpcm. Ma ora è finita l’era Conte. Draghi cambia strumento per evitare una qualunque continuità con il precedente esecutivo. Decreto legge invece di un Dpcm, ma in sostanza cosa cambia con il decreto covid?
Oggi il primo consiglio dei ministri emanerà un nuovo Dpcm o Decreto Covid o in qualsiasi modo lo si voglia cambiare, la sostanza rimane la stessa. Quella a cui siamo abituati da un anno, quella che ci ha fatto mettere in dubbio la costituzionalità di queste decisioni. Ma la situazione resta di piena emergenza e Mario Draghi, nel suo primo consiglio dei ministri, partirà proprio dal dossier Covid ed emanerà un Decreto Legge. La scelta è stata dettata soprattutto dalle varie polemiche che sono state mosse a Conte per l’abuso dello strumento del Dpcm.
Il decreto del presidente del consiglio dei ministri, infatti, dipende esclusivamente dallo stesso presidente, cosa che non aveva gradito l’opposizione. Il Parlamento era più volte insorto nei confronti dell’ex premier perchè non interpellava mai le Camere e tagliava fuori dal potere decisionale l’organo legislativo. Il decreto legge, invece, vede la decisione presa collegialmente da tutta la squadra di governo. Una scelta più corale e collaborativa e meno egoistica come nel caso del governo precedente.
Ma in cosa differisce realmente? Sostanzialmente nulla per noi cittadini. Il 5 marzo scadrà il Dpcm del 16 gennaio e cosa accadrà dopo? Non vi sarà, almeno per il momento, un lockdown totale ma il decreto Covid emanerà strette ancora più stringenti e limitanti per fermare il contagio. In questi ultimi giorni la situazione sanitaria sembra essere peggiorata e per quanto gli aperturisti liberisti vogliano predicare il liberi tutti, purtroppo sembra che l’unica soluzione sia ancora questa.
Nuovo decreto Covid: restrizioni più severe o riaperture?
La prima cosa inserita nel decreto è la proroga allo stop agli spostamenti tra le regioni che durerà fino al 27 marzo. A prescindere dal colore della regione, non ci si potrà spostare per evitare la diffusione del contagio delle varianti. Misure ristrettive all’interno delle zone rosse che blocca la visita a parenti o amici e spostamenti verso seconde case. Le altre misure sono state prese di concerto con le regioni. Il premier ha incontrato i governatori delle regioni che avevano “chiesto al governo un cambio di passo nella gestione dell’epidemia” dice Bonaccini e a quanto pare sono stati ascoltati “dall’incontro arriva un segnale positivo.
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Un altro punto focale sono i vaccini sui quali si sta procedendo troppo lentamente. Anche su questo le regioni hanno chiesto un cambio di strategia per recuperare le dosi che mancano. Inoltre, secondo le regioni va modificato il colore delle regioni e rivisto l’indice di Rt. Ancora nulla di certo sulle eventuali riaperture dei ristoranti in zona gialla anche di sera e i centri sportivi. Si attende il report dell’ISS e a quanto pare gli esperti sono per prorogare la chiusura.
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Dalla Lega chiedono una riapertura controllata e monitorata che vada a beneficio anche dell’economia piuttosto che vedere assembramenti di giorno o per strada perchè come sottolinea Fontana “la gente è esasperata.” La situazione sembra sfuggire al controllo poichè i cittadini non riescono ad essere più ligi alle regole come nella prima ondata di un anno fa e ci potrebbe essere poca collaborazione come già si vede per le strade.