Sul web le norme del politicamente corretto si stanno facendo sempre più stringenti, a dimostrarlo svariati casi di censura riguardanti contenuti ritenuti offensivi per alcune comunità o realtà sociali. Questa volta al centro della polemica c’è Lino Banfi, scopriamo cosa è accaduto.
Negli ultimi anni il politicamente corretto è diventato un argomento centrale sia online che offline. Sono tanti i casi di censura su contenuti ritenuti offesivi, tra cui anche quelli della Disney. In particolare prodotti come Dumbo, Le avventure di Peter Pan o Gli aristogatti, pellicole che hanno segnato l’infanzia di moltissime generazioni, adesso criticate perché al loro interno ci sarebbero riferimenti “razzisti”.
La censura di Facebook
Questo argomento ha recentemente toccato anche uno dei volti storici dell’intrattenimento italiano: Lino Banfi. In particolare negli ultimi giorni, sembra che Facebook abbia deciso di chiudere uno delle community dedicate all’attore per contenuti che violavano le policy della piattaforma. Si tratta del gruppo Fb Noi che amiamo Lino Banfi official, con al suo interno 117 mila iscritti. Il social network ha ritenuto inadatti alcuni dei contenuti condivisi al suo interno, facendo riferimento a “incitamento alla violenza contro gli omossessuali”.
Discriminazione o umorismo
Probabilmente alcuni dei prodotti di Lino Banfi hanno dei riferimenti che oggi potrebbero essere definiti discriminatori, ma possiamo parlare di omofobia a tutti gli effetti o forse dovremmo contestualizzare determinate battute nel contesto storico in cui sono state prodotte e soprattutto nel contenitore in cui sono state inserite, ovvero quello dell’ironia e della goliardia? Una scelta di questo tipo da parte di Facebook, ma più in generale di qualsiasi piattaforma, vuol dire privare il pubblico di contenuti prodotti in passato che non tenevano conto di alcuni accorgimenti ma che non avevano nessun intenzione discriminatoria e credo che chiunque ne usufruisca sia in grado di discernere tra umorismo e discriminazione vera e propria.
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La risposta di Lino Banfi
Uno dei contenuti incriminati è un estratto dal film Fracchia la Belva Umana, in cui Lino fa utilizzo del termine “frocioni”. A proposito della vicenda è subito intervenuto il comico pugliese affermando: “Nessun gay si è mai sentito offeso da quella canzone. D’altronde, io ho interpretato più volte la parte dell’omosessuale, in modo divertente, qualche volta esasperato, ma sempre con garbo e tenendomi distante milioni di chilometri dall’omofobia”.
L’attore ha anche fatto riferimento al politicamente corretto dicendo: “[…] dico basta agli eccessi del politicamente corretto: con queste azioni sono gli stessi censori a risultare ridicoli e stupidi. Ma davvero credono che dire “Ti prendo le ginocchia e te le metto nelle dita dei piedi” sia un incitamento alla violenza?”