Franco, Colao, Cingolani e Giovannini: sono loro i ministri di fiducia di Draghi che gestiranno il Recovery Fund. Con buona pace dei politici.
Il futuro del Recovery plan è in mano ai tecnici. Non ci voleva molto per comprenderlo e un primo segnale, in questo senso, è stato già dato dal ruolo affidato a Daniele Franco, ora Ministro dell’Economia ma con un passato come direttore generale di Bankitalia e come Ragioniere generale dello Stato. Uomo di basso profilo ma con una conoscenza tecnica, specifica e capillare di questioni economiche. Un nome che sembra richiamare al passato Governo Monti, che rilanciò proprio organismi come la Banca d’Italia. Nel corso della “Giornata mondiale del risparmio”, lo scorso novembre, Daniele Franco parlava delle problematiche strutturali dell’Italia , che fatica e crescere specie nei settori come turismo o ristorazione. La pandemia complica le cose e il debito pubblico crescerà. Per cui, bisogna puntare su una strategia che coinvolga giovani, istruzione, investimenti, innovazione.
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Un altro posto strategico è quello di Roberto Cingolani, un “super scienziato” al superministero dell’Ambiente e della Transizione ecologica. Un posto decisivo, il suo, per la gestione di risorse ‘green’ previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza; tradotto, il Recovery Fund. Alla transizione tecnologica c’è invece Vittorio Colao, supermanager che Giuseppe Conte aveva chiamato a guidare la task force per il rilancio del Paese. Il tema dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale è stato uno dei più dibattuti e le risorse ammontano a decine di miliardi di euro e provengono dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si stimano 48,7 miliardi di euro per la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività e la cultura; 10 miliardi sono invece per la digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA. C’è poi Roberto Garofalo , magistrato ordinario fino al 1999 ed ex capo di Gabinetto del Ministero dell’Economia nei Governi Renzi e Gentiloni, e in seguito con Giovanni Tria nel Governo Conte I.
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A qeusti, ci sono poi da aggiungere gli altri Ministri, che non avranno invece a che fare con il Recovery. All’Istruzione c’è Patrizio Bianchi, già assessore regionale a scuola e università: un Ministro tecnico con diverse esperienze in politica; mentre al vertice del ministero dell’Università e della ricerca Maria Cristina Messa, rettrice dell’Università Bicocca dal 2013 al 2019. La squadra di governo di Mario Draghi è formata da 23 ministri : quindici sono politici; otto, invece sono tecnici. Alle figure tecniche sono affidati i principali ministeri di spesa: oltre a quelli già citati c’è Marta Cartabia alla giustizia e Luciana Lamorgese agli interni.
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