Usa, in Michigan una donna muore di Covid dopo un doppio trapianto di polmoni da un donatore positivo. È il primo caso accertato su 40mila operazioni del 2020
Contrae il Covid e muore 61 giorni dopo un doppio trapianto di polmoni perché il donatore era positivo. Succede in Michigan, negli Stati Uniti. L’episodio, riportato anche da Fox News, è ora al vaglio dei ricercatori, i quali in uno studio confermano che si tratta del primo caso comprovato di trasmissione da un trapianto di organi negli Stati Uniti. Il caso «sembra essere un evento isolato» secondo la ricerca di Kaiser Health News, essendo l’unico confermato in quasi 40mila trapianti del 2020.
I ricercatori che hanno condotto lo studio hanno anche notato che uno dei chirurghi che ha maneggiato i polmoni del donatore era infetto, dimostrando «l’origine del donatore dell’infezione del ricevente e dell’operatore sanitario». I polmoni donati provenivano da una donna dell’Upper Midwest morta dopo aver subìto una grave lesione cerebrale in un incidente stradale.
I medici hanno poi trapiantato i polmoni in una donna affetta da una malattia polmonare cronica all’ospedale universitario di Ann Arbor. Il dottor Daniel Richard Kaul, direttore del Transplant Infectious Disease Service del Michigan Medical School, si è difeso dicendo che i campioni di naso e gola raccolti da donatori e riceventi di organi all’inizio sono risultati negativi al Covid. E ha aggiunto: «Non avremmo assolutamente usato i polmoni se avessimo avuto un test Covid positivo. Tutti controlli che normalmente facciamo e siamo in grado di fare, li abbiamo fatti». Secondo lo studio, però, il terzo giorno dopo il trapianto la donna «ha sviluppato un peggioramento», che ha portato a un’infezione polmonare. Dopo lo shock settico i medici hanno eseguito sulla paziente il test del Coronavirus, risultato positivo.
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«L’anamnesi ottenuta dalla famiglia non ha rivelato precedenti di febbre, tosse, mal di testa o diarrea recenti», si legge nello studio. «Non è noto se il donatore abbia avuto esposizioni recenti a persone note o sospettate di essere infette da Sars-CoV-2». Dall’analisi di un campione di fluido prelevato dai polmoni donati prima di essere impiantati è infine emersa la positività al Covid-19. I ricercatori affermano che «sia il ricevente del trapianto sia il chirurgo hanno contratto il Sars-CoV-2 dai polmoni del donatore».
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«I centri di trapianto e le organizzazioni per l’approvvigionamento di organi dovrebbero considerare la possibilità di eseguire test Sars-CoV-2 su campioni del tratto respiratorio da potenziali donatori di polmoni», conclude Kaiser Health News.
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