Prima di togliersi la vita, Egidio Battaglia ha scritto una lettera, poi lasciata in cucina, in cui spiegava esattamente il motivo per il quale ha ucciso Massimiliano, suo figlio. «So che sarò definito un mostro, ma il dolore che sto provando lo so solo io. – scrive – L’ho fatto per evitare a mio figlio un futuro di sofferenze». E continua: «Meglio farla finita subito, prima che sia troppo tardi». Le sofferenze di cui il 43enne parla sono legate ad una diagnosi arrivata qualche mese fa. Vi era, infatti, la possibilità che Massimiliano, il figlio di soli 2 anni, potesse avere una forma di autismo. Non era però ancora certo poiché vista la tenera età di Massimiliano non è stato possibile dirlo con certezza.
L’autismo viene spesso citato nella lettera. Per Egidio Battaglia, invece, la diagnosi era certa: suo figlio non avrebbe potuto avere una vita normale. Non ne aveva parlato con nessuno così a fondo. A nessuno ha raccontato le sue paure. Paure che, se fossero state condivise, forse non lo avrebbero portato a compiere quel gesto. «Gli altri non si rendono conto di quanto grave sia la situazione. Io sì» si legge ancora nella lettera.
I Carabinieri escludono si sia trattato di un raptus. L’omicidio – suicidio si sarebbe verificato ieri mattina, alle 9 circa, dopo che sua moglie Adriana è uscita per andare a lavoro. Egidio Battaglia avrebbe dunque pianificato tutto. A dare l’allarme sono stati il fratello di Egidio, Stefano e suo padre Fortunato che aspettavano lui e Massimiliano a pranzo. Arrivati a casa hanno trovato il 43enne in una pozza di sangue, con una ferita alla gola fatta con un coltellaccio da cucina. Massimiliano era sdraiato vicino a lui. Sul suo corpo non ci sono ferite, solo dei segni evidenti sul collo. Si presume sia stato strangolato, ma sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte.
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Nella lettera lasciata in cucina, che funge da testamento, Egidio Battaglia non si rivolge ad una persona in particolare. Lettera che ha scritto lui stesso e che presenta, nell’ultima pagina, la sua firma. Scrive: «Non posso pensare a quando io e mia moglie non ci saremo più e mio figlio sarà da solo e non potrà contare sull’aiuto di nessuno». Nell’ultima parte della lettera scrive quelle che sono le sue volontà. Lascia tutto quello che è in suo possesso ad Adriana, la donna che ha sposato tre anni fa, prima della nascita di Massimiliano. E alla sua famiglia paterna
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