Draghi è alle prese con i partiti e non ha ancora pronta la squadra dei sottosegretari. Il M5S perderà metà dei sottosegretari rispetto al Governo Conte II, Forza Italia ha già pronta la lista, le Lega vuole tornare al Viminale. Rogne in casa dem, tutto rinviato all’assemblea del partito di giovedì.
Si fa più complicato il mosaico del governo che Mario Draghi sta tentando di definire in questi giorni. La partita doveva chiudersi definitivamente questo fine settimana, ma nel Consiglio dei Ministri convocato per lunedì non ci sarà ancora la lista definitiva di governo. Ai partiti sono stati dati degli spazi nei ministeri in proporzione al loro peso in parlamento, ma tra scontenti, tentativi di superare gli avversari e “persone da sistemare”, i giochi non sono ancora fatti e quindi lo scontro si sposta sulla nomina di viceministri e sottosegretari. Insomma la “fame” di posti da parte dei partiti è grande, cosa che potrebbe portare a una riduzione del numero di sottosegretari tecnici scelti da Draghi con posti solo all’Editoria e al Mef.
Con il Movimento 5 Stelle distratto dalle lotte intestine (tra l’altro perderà circa una decina di posizioni rispetto al Conte II) gli unici sicuri sembrano essere Laura Castelli, Stefano Buffagni, Pier Paolo Sileri e Mirella Liuzzi. Forza Italia ha già fatto sapere di volere 7 sottosegretari. I nomi quasi certi sono: Valentino Valentini per gli Esteri, Francesco Paolo Sisto per la Giustizia, Gilberto Pichetto Fratin per il Mef, Anna Grazia Calabria, Lucio Malan, Simone Baldelli e Stefania Prestigiacomo. Competizione accesa tra Pd e Lega sulle nomine in posti chiave. La Lega deve recuperare la “follia del Papeete” quando Salvini scelse di lasciare il governo. Punta quindi decisa a inserirsi nuovamente nel Viminale e il nome caldo è quello di Nicola Molteni, altri nomi possibili sono Claudio Durigon (Lavoro), Stefano Candiani (come alternativa a Molteni), Luca Coletto per la Salute e Massimo Bitonci per il Mef.
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Molto più complicata la situazione in casa dem che devono dare più spazio a esponenti femminili, totalmente escluse nella nomina dei ministri. Si prospetta un’assemblea molto accesa, convocata giovedì prossimo, per Nicola Zingaretti dove si ribadirà “l’affermazione di un partito di donne e di uomini al centro di una nuova fase politica” come detto dal Segretario. “Molto bene. Ovviamente fino a quella data nessuno preparerà liste di sottosegretari. Vero?” ha dichiarato Chiara Gribaudo, nome possibile per il Ministero del Lavoro. “In Direzione il gruppo dirigente del Pd deve dire perché ha determinato un arretramento così forte e assumersi la responsabilità dell’errore politico enorme che ha compiuto” attacca anche Valeria Fedeli.
Difficile anche la battaglia tra i “piccoli” dove +Europa tenta per Benedetto Della Vedova agli Esteri mentre Italia Viva proporrà i nomi di Davide Faraone a Lucia Annibali.