RyanAir e British Airways sono due delle compagnie aeree che si sono rifiutate di rimborsare circa 2,3 milioni di viaggiatori. Rimborsi dovuti a voli che non sono stati effettuati per via dei blocchi o delle restrizioni legate al Covid-19. Le compagnie spiegano che il rifiuto di procedere con i rimborsi è dovuto al fatto che non sono attualmente in grado di coprire le cifre richieste.
Le numerose denunce ricevute hanno spinto l’autorità per la concorrenza e i mercati ad indagare se vi sono state delle violazioni dei diritti legali dei consumatori. È stato scoperto che le famiglie erano state lasciate senza soldi a causa dei blocchi o delle restrizioni che non hanno loro permesso di raggiungere la destinazione desiderata. Sotto la lente di ingrandimento anche il periodo in cui i voli erano illegali ma le compagnie aeree continuavano a viaggiare.
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In base alle normative UE, un viaggiatore che vola su vettore con sede nell’Unione Europea o che vola da un Paese UE ha diritto ad un rimborso completo entro 7 giorni se il volo è stato cancellato dall’operatore. Le normative, però, ad oggi, non tutelano il viaggiatore se il volo non viene cancellato.
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