Dopo il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità sulla situazione epidemiologica previsto per oggi, molte regioni potrebbero cambiare colore.
Mezza Italia in zona arancione. E’ questo il rischio che potrebbe derivare dal monitoraggio, previsto per oggi, dell’Istituto superiore della Sanità sulla situazione epidemiologica nel Paese. Sei Regioni, infatti, potrebbero finire arancioni, aggiungendosi alle altre. L’Abruzzo, invece, rischia addirittura di diventare rossa. Secondo le ipotesi, rischiano un cambio l‘Emilia-Romagna; il Friuli-Venezia Giulia; il Lazio; la Lombardia; le Marche; il Piemonte. Queste andranno ad aggiungersi a quelle già colorate d’arancio: Liguria, Provincia di Trento, Umbria e appunto l’Abruzzo che intanto, potrebbe tingersi di rosso. Dubbi sulla Valle d’Aosta, che potrebbe andare in controtendenza e tingersi di bianco. Bisognerebbe confermare per la terza settimana consecutiva, l’incidenza di meno di 50 persone positive su 100mila abitanti. Sarà proprio il nuovo monitoraggio dell’Istituto a fornire il documento sul quale la politica prenderà le decisioni: l’ordinanza di Roberto Speranza dovrebbe arrivare come sempre domenica.
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Critica, in particolare, la situazione dell’Emilia dove ieri sono stati registrati 1.565 nuovi casi Covid, su 29.633 tamponi analizzati. La percentuale si è così alzata al 5,3%, contro il 3,6% di mercoledì. 27 i decessi, mentre l’Rt ha ormai superato l’1. Già Stefano Bonaccini, Presidente dell’Emilia, qualche giorno fa aveva posto l’allarme sulla situazione della Regione, ormai fuori controllo. Critico sul cambio colore anche il Governatore della Lombardia: “A me sembra che la regione possa restare in zona gialla”, ha detto Attilio Fontana. Marco Marsilio, Governatore dell’Abruzzo – dove sono già in lockdown Pescara e Chieti – fa notare che l’Rt è sceso da 1.22 ad 1.17, chiedendo la conferma da parte della cabina di regia della classificazione in zona arancione. Il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti spera invece nel giallo ma si mantiene cauto e invita a mantenere l’entusiasmo. Quanto ad Alberto Cirio, del Piemonte, il Governatore sostiene che la “situazione è stabile e che l’Rt rimane comunque sotto l’uno”. Numeri da zona gialla.
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Si fa intanto strada l’ipotesi di un lockdown nel weekend, mentre gli esperti sostengono con forza la necessità di un lockdown totale, a causa della circolazione delle varianti.Walter Ricciardi , prima di tutti, ha palesato la necessità di ricorrere a misure più estreme per fronteggiare l’avanzata dell’epidemia ed in particolar modo delle varianti. Un’ipotesi, quella di Ricciardi, che ha diviso finanche gli esperti, nuovamente divisi sulla questione. Da una parte, c’è stato l’allarme dell’Iss che ha raccomandato “di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante inglese, rafforzando o innalzando le misure in tutto il paese”. Sostiene la necessità un lockdown anche Andrea Crisanti , secondo cui un lockdown serviva già a dicembre. Si unisce al grido dei “rigoristi” anche Massimo Galli. E così fa anche Claudio Mastroianni, del Policlinico Umberto I di Roma.
Sta di fatto che l’ipotesi di un nuovo lockdown spaventa gli italiani e non poco. L’economia del Paese, già messa sotto pressione in questi mesi, non potrebbe reggere nuove chiusure. I danni dell’epidemia e gli effetti sull’andamento economico nazionale saranno pagati nel corso di anni e già adesso la crisi invade diverse settori. Migliaia e migliaia di lavoratori rimasti a casa, costretti ad abbassare le saracinesche dei negozi, vivono un dramma inaspettato e la paura legata alla perdita di certezze verso il futuro. A questo, si aggiunge lo stress e la pressione psicologica dei cittadini, che non sopportano più il peso di cambi repentini di status e che, dopo mesi di sacrifici, non sono più disposti a farne di nuovi. La divisione a zone permette comunque lievi libertà che, ogni giorno, fanno ingoiare l’amara pillola della pandemia, di cui tutti – chi più, chi meno – stiamo pagando le conseguenze.
Cosa farà, quindi, il governo Draghi sull’ipotesi lockdown? Tutto si deciderà nei prossimi giorni: il Presidente del Consiglio ha davanti a sé giorni importanti, in cui verranno prese decisioni su temi scottanti quali scuole, vaccini, epidemia, Recovery. Probabilmente, Mario Draghi potrebbe proseguire con le tre fasce, senza allentamento delle misure che potrebbero essere in qualche modo rafforzate. Quasi certamente, rimarrà il coprifuoco con la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18.00, anche se i locali potrebbero riaprire nelle zone gialle anche a cena. Non si parla di riaperture di palestre e piscine, forse solo le prime e soltanto nelle aree gialle con aperture scaglionate e lezioni individuali. Uguale discorso per cinema e teatri.
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