S iori fa sempre più tesa la situazione in Birmania dopo il colpo di Stato che ha portato al governo i militari. C’è anche una vittima
Si registra purtroppo la prima vittima nel clima di tensione generale che sta coinvolgendo la Birmania dopo il colpo di stato militare che ha rovesciato il governo della premier Aung San Su Kyi.
Birmania, una vittima
Si tratta di una manifestante di vent’anni che era rimasta ferita il 9 febbraio scorso durante alcuni scontri avvenuti nella capitale Naypyidaw. La donna, Mya Thwate Thwate Khaing, era rimasta colpita da un proiettile alla testa sparato – probabilmente – da uno dei corpi militari incaricati di controllare la manifestazione.
Quella del 9 febbraio era stata in assoluto una delle prime proteste da parte dei “disobbedienti”, operai e studenti birmani che fin dall’inizio del golpe hanno dimostrato tutto il loro dissenso nei confronti del governo dei militari. Inizialmente le proteste erano state assolutamente pacifiche. I primi manifestanti si erano presentati in piazza ‘armati’ di pentole e coperchi tra le strade di Naypyidaw e Rangoon per chiamare alla manifestazione il resto della popolazione.
LEGGI ANCHE > Birmania, ancora scontri a Rangoon: Internet e social network oscurati
Nuovi scontri
Nel giro di pochi giorni la protesta si è fatta sempre più folta e rumorosa e la polizia, per ordine del governo militare, ha iniziato forme di rappresaglia sempre più aggressiva. Prima cariche, poi posti di blocco con autoblindo e idranti e infine anche lacrimogeni e proiettili di gomma. Nuovi scontri anche ieri sia a Naypyidaw che a Rangoon con contusi e feriti.
La notizia della morte della manifestante 20enne a causato ulteriore tensione tra i disobbedienti che hanno immediatamente indetto nuovi scioperi e manifestazioni. La notizia della prima vittima della protesta birmana è stata confermata da fonti ufficiali dell’ospedale dove la donna era ricoverata. Il corpo è ora a disposizione dell’istituto di medicina legale per l’autopsia richiesto dall’autorità inquirente.