Pugno di ferro del Vaticano: saranno licenziati i dipendenti che non si vaccinano

Il decreto prevede fino al demansionamento per chi non può farlo per ragioni di salute, con il mantenimento dello stipendio. Per chi si rifiuta “senza comprovate ragioni di salute” ci sono “conseguenze di diverso grado”.

Pugno di ferro da parte del Vaticano contro i dipendenti che scelgono di non vaccinarsi contro il Covid. La vaccinazione è volontaria ma un decreto del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, cardinale. Giuseppe Bertello, prevede per i dipendenti che non fanno il vaccino (che il Vaticano ha messo a disposizione) fino al demansionamento per chi non può farlo per ragioni di salute, con il mantenimento dello stipendio. Per chi si rifiuta “senza comprovate ragioni di salute” ci sono “conseguenze di diverso grado che possono giungere fino alla interruzione del rapporto di lavoro”. Il decreto è su Vaticanstate.

Secondo il decreto del cardinale Bertello, viene sottolineato in premessa che “si ritiene il sottoporsi alla vaccinazione la presa di una decisione responsabile atteso che il rifiuto del vaccino può costituire anche un rischio per gli altri e che tale rifiuto potrebbe aumentare seriamente i rischi per la salute pubblica”. Le sanzioni previste all’articolo 6 rinviano ad una legge vaticana del 2011 che già prevedeva per i dipendenti vaticani che non si sottopongono “agli accertamenti sanitari d’ufficio” “responsabilità e conseguenze” “fino alla interruzione del rapporto di lavoro”. Sempre la norma del 2011, alla quale rinvia il decreto di questi giorni, stabilisce che “per i candidati all’assunzione, ciò equivale alla rinuncia alla costituzione del rapporto di lavoro”.
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Il provvedimento dello Stato Città del Vaticano dell’8 febbraio – pubblicato dal sito ufficiale Vaticanstate e rilanciato dal portale di informazione vaticana ‘Korazym’ – ha un ambito di applicazione ampio, generico, parla di “epidemia o malattia pandemica”, come è appunto il Covid, ma riferendosi anche a possibili altre situazioni. Nelle norme si indicano, nel caso di pandemie, il divieto di assembramenti, la necessità del distanziamento fisico, l’adozione di dispositivi di protezione personale, le norme igieniche, i protocolli terapeutici e i “protocolli di vaccinazione”. In allegato c’è un tabellario con le sanzioni che vanno dai 25 euro se non si indossa la mascherina fino a 1.500 euro in caso di violazione della quarantena. È la Gendarmeria l’organo di sicurezza chiamato a vigilare sulla corretta osservanza delle disposizioni.