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Politica

Il discorso di Draghi in Senato: dalla riforma della Sanità al welfare

Ieri in Senato Mario Draghi ha esposto il suo discorso programmatico. Dopo aver delineato i suoi punti sostanziali come Europa e Alleanza Atlantica, passa alla concretezza del suo discorso. Delinea i numeri della pandemia e della crisi economica e prospetta le riforme che partiranno da questa crisi. Partendo da Sanità pubblica e welfare.

Il discorso di Draghi si apre soffermandosi sulla sofferenza e le vittime di questa pandemia. Ma anche su chi sta soffrendo oggi economicamente, le difficoltà economiche che hanno generato questa crisi e quest’emergenza economica e occupazionale che sta creando molte “vittime” così come la pandemia stessa. Una situazione critica e mai affrontata prima che ha dovuto affrontare il suo predecessore Giuseppe Conte, il neo premier così lo ringrazia tra gli applausi del Senato – anche se non mancano i buu.

Chiarisce, sulla discussione in merito alla natura così – per alcuni troppo – eterogenea del governo. “La storia repubblicana ha dispensato una varietà infinita di formule.” Questo governo, in una democrazia rappresentativa, è “semplicemente il governo del paese” specialmente in una situazione drammatica come questa che stiamo vivendo. “Riassume il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti”.

Le forze politiche si impegnano a rispondere alle necessità del Paese per collaborare “senza pregiudizi e senza rivalità”. Prima di ogni appartenenza politiche c’è la cittadinanza. Per Draghi questo governo non è un fallimento della politica. “Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità, ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, in avanti”. Parla di crescita e progresso che vanno di pari passo con il rispetto e l’impegno delle istituzioni e per le istituzioni. “Siamo cittadini di un paese che ci chiede di fare tutto il possibile, senza perdere tempo” ammonisce preventivamente qualsiasi dibattito e punta sul concreto per combattere questa pandemia e la crisi economica. Come dopo il secondo dopoguerra, l’Italia oggi deve risollevarsi e “avviare una nuova ricostruzione“. Anche all’epoca, come oggi, presero parte a questa ricostruzione forze opposte e lontane ideologicamente.

Riforma della Sanità e welfare per ridurre le diseguaglianze

“Come i nostri nonni si sono sacrificati per noi, noi per i nostri figli dobbiamo fare tutto il possibile per promuovere il capitale umano, la formazione, la scuola, l’università e la cultura”. Ammonisce la sua generazione, non un colpevole in particolare nel non sprecare più risorse perchè ogni spreco è un torto alle successive generazioni per evitare che emigrino da un paese che non li sa valutare e che non ha realizzato una parità di genere. “La crisi ha colpito soprattutto giovani e donne, gravi ed effetti storici sulla disuguaglianza“.

Non una parola però rispetto alla quota rosa del governo, solo 8 donne, che ha fatto discutere. Per lui “parità non significa un farisaico rispetto delle quote rosa” ma la parità va garantita con l’occupazione femminile, la competitività e carriera. L’Italia, infatti, è uno dei paesi in cui vi è il peggiore gap salariale e “una scarsità cronica di donne in posizioni manageriali di rilievo”. La sua intenzione è ridurre le diseguaglianze e puntare ad un maggiore equilibrio accompagnato da “un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia e lavoro.”

Punto fondamentale e cruciale del discorso di Draghi è ovviamente la sanità pubblica. La sua volontà è una riforma della nostra sanità sulla base di quello che ci hanno insegnato questi mesi di pandemia. Il perno centrale da cui partire “è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale. La rivoluzione della telemedicina e l’assistenza domiciliare integrata possono rendere possibile questa svolta. “E’ questa la strada per rendere realmente esigibili i livelli essenziali di assistenza e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. Le cure a casa e sul territorio sono del resto tuttora la prima trincea contro il Covid”. Un chiaro investimento su case della comunità, consultori e centri di salute mentale e centri di prossimità contro la povertà sanitaria. Questo sarà possibile grazie ai 18 miliardi destinati alla Sanità e la metà di questi andrà proprio al territorio e alle cure domiciliari.

Il discorso di Draghi chiama all’unità tutti in quanto cittadini

Un discorso che ha messo d’accordo tutti, come nelle intenzioni di Draghi e di questo governo. Un discorso di oltre 50 minuti dove l’uomo dall’alto profilo ha mantenuto un profilo basso non dicendo mai “io” ma chiamando alla collettività con un “noi”. Noi anche in quanto esseri umani, come citando Papa Francesco dice “Siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”, ovvero l’ambiente.

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Qualche polemica è stata sollevata per i lapsus sulle cifre, che non ci si aspetterebbe dal banchiere per eccellenza. Numeri sbagliati sia sulle terapie intensive che sulla cassa integrazione. Ma note sostanzialmente di appoggio e sostegno come mostrato dalle reazioni e dai Tweet dei politici.

Un discorso asciutto senza eccessivo pathos ma conciso che è stato capace di emozionare dalle fazioni più estreme da Landini a Brunetta e gioire i renziani e gli europeisti.

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Una delle parole-chiave usate da Draghi è il dovere a cui è chiamata la classe politica per porre fine a queste emergenze e per un futuro migliore. Per questo motivo “l’unità è un dovere” ora. Ma la più usata è Italia. L’amore per l’Italia che richiama per accogliere a sè lo sforzo di tutti, il punto comune da cui partire e il fine ultimo per cui lavorare. Tutte le differenze vengono parificate dal fatto che politici e tecnici e appartenente a qualsiasi partito sono tutti cittadini italiani. 

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