Manca poco meno di mezz’ora per il voto di fiducia alla Camera, da cui dipenderà l’esito del Governo di Mario Draghi.
Manca sempre meno al voto di fiducia per il governo Draghi. Passata la fiducia al Senato, questa mattina il Premier è arrivato alla Camera dei deputati, dove alle 9.00 è iniziata la discussione generale. Alle ore 18.00 è invece stato il turno della replica del Presidente del Consiglio mentre il voto è atteso a breve, intorno alle 20.00. Il nuovo esecutivo può contare certamente su un’ampia maggioranza: ieri, i voti favorevoli sono stati 262; mentre quelli contrari 40. Il discorso di Draghi è stato incentrato sugli obiettivi comuni da raggiungere, come l’uscita dalla pandemia di Coronavirus. Tema anche quello della scuola, vaccini e del lavoro, senza dimenticare il Recovery plan, che proseguirà sulla scia lasciata da Giuseppe Conte.
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Come è avvenuto ieri al Senato, anche oggi Mario Draghi ha riepilogato i punti del suo programma di governo e, nelle dichiarazioni delle 18.00, ha risposto a tutti gli argomenti toccati nel corso della giornata. Primo tema: corruzione. “La corruzione rappresenta un forte disincentivo agli investimenti stranieri, la prima cosa è garantire legalità e sicurezza: se manca questa base gli incentivi non bastano. La semplificazione avrebbe una funzione anticorruttiva”, ha detto Draghi puntando sulla necessità della trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni. Uno sguardo al futuro, alle nuove generazioni, e alle piccole e medie imprese.
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“Occorre sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito di imposta per investimenti, ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e anche la consulenza per la quotazione delle Pmi. Inoltre occorre estendere a queste e rendere fruibile il piano nazionale di transizione 4.0 per favorire e accompagnare le Pmi nella transizione tecnologica“, ha proseguito l’ex della Bce. Spazio anche al tema dello sport e della giustizia, per cui bisogna lavorare sull’efficienza e sulle tempistiche. Anche il turismo avrà spazio nel nuovo esecutivo, attraverso la “tutela del made in Italy”.
Dopo le dichiarazioni del Premier sono iniziate quelle dei parlamentari. Appoggio da Bruno Tabacci, che ha confermato il sì al nuovo esecutivo da parte del Centro democratico. Sulla stessa linea Noi con l’Italia-Usei-Rinascimento Adc, componente del gruppo Misto. Sulla stessa linea il deputato e responsabile Giustizia e Affari costituzionali di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto così come Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera. “E’ un tempo normale perché si torna a parlare di politica e non di pallottoliere al Senato e rivoluzionario perché si rimettono al centro le nuove generazioni e non i sondaggi. Se lei riesce vince l’Italia, se lei fallisce perde l’Italia. E’ una sfida che fa tremare i polsi ma è la sfida”, ha detto invece Maria Elena Boschi, intervenendo in dichiarazioni di voto. Mentre, nell’ultima enews, Matteo Renzi rivendica con orgoglio quanto fatto contro il Governo Conte. Giorgia Meloni cita invece Bertold Brecht e spiega con un’aforisma la scelta di FdI di non votare la fiducia al governo Draghi. Il Presidente del Consiglio non è stato eletto, sottolinea Meloni, aprendo poi due punti di domanda. Il primo, sul ruolo di Roberto Speranza. Il secondo, sul nodo di Domenico Arcuri.
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