Dio è amore: un amore che non ti risparmia le sofferenze, non ti risparmia la croce, ma che ha la meglio sulla morte.
Ho invocato il Signore ed egli ha ascoltato la mia voce:
da coloro che mi opprimono mi libera.
Affida al Signore la tua sorte ed egli sarà il tuo sostegno. (Cfr. Sal 54,17-20.23)
Io pongo oggi davanti a te la benedizione e la maledizione.
Dal libro del Deuteronòmio
Dt 30,15-20
Mosè parlò al popolo e disse: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso.
Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione.
Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».
Parola di Dio
R. Beato l’uomo che confida nel Signore.
Beato l’uomo che non segue il consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti;
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R.
E’ come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. R.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poichè il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via dei malvagi va in rovina. R.
Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,22-25
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Parola del Signore
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso”: ma chi è Dio per dirci questo?
Dio è amore, dicono le scritture, e l’amore non è di certo tutto rose e fiori! Ci sono sacrifici da fare per amore e in virtù dell’amore. Così chi cerca a tutti i costi di preservare sé stesso, scansando ogni sofferenza e ogni sacrificio necessario per il prossimo, non può dirsi un seguace di questo “amore”.
Un amore che non ti risparmia dalle sofferenze, non ti risparmia dalla croce, ma che ha la meglio su ogni tipo di morte, a partire da quella interiore.
Infatti c’è una giustizia in cui, pur non essendo così scontato e facile da credere, possiamo cogliere il senso del messaggio e della venuta di Gesù: la Risurrezione. La vita ha sempre la meglio sulla morte e Gesù ci è venuto a dire che chi ha amato non perderà mai davvero, non morirà mai davvero e in un modo misterioso e tutto da scoprire, continuerà a vivere e a gioire anche dopo la morte. In una vita eterna che ha radice proprio nella nostra capacità di amare, la scintilla che ci rende a immagine di Dio.
Il commento al Vangelo di ieri
Perché a che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la propria anima? Cosa potrà dare in riscatto di essa?
La nostra “vita” interiore, la nostra “anima”, è tutto ciò che di più prezioso abbiamo, e non c’è niente altro che conti o ci appartenga più di essa, in noi. E questa vita è forte, non ci deve spaventare la sofferenza. Piuttosto deve spaventarci il non aver mai accettato di soffrire qualcosa per amore di qualcuno, non esserci mai spesi per gli altri.
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