Intervento eccezionale: tumore al rene asportato con un robot su una paziente sveglia

Secondo i sanitari che l’hanno effettuato è il primo intervento al mondo di questo genere.

Tumore al rene asportato con un robot – Meteoweek

L’eccezionale intervento è avvenuto presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Un robot chirurgico ha asportato un tumore maligno al rene su una paziente sveglia, che non poteva essere addormentata. Grazie alla combinazione della tecnica robotica assistita con il sistema Da Vinci e di tecnologie innovative di ricostruzioni tridimensionali delle immagini che hanno guidato l’intervento, il tumore maligno è stato asportato completamente salvando il rene.

Anestesia locale con agopuntura

“Sono viva per un miracolo e ho scoperto la possibilità che alle Molinette di Torino mi ha salvato la vita grazie a un articolo di giornale”. Lo ha dichiarato in un’intervista all’ANSA, la paziente alla quale è stato asportato da sveglia un tumore maligno al rene con un robot chirurgico. L’anestesia in questo intervento unico al mondo è avvenuta tramite agopuntura. “Sono di Roma – spiega la donna con voce squillante – e ho girato molti ospedali, poi finalmente grazie al cielo ho letto che alle Molinette venivano eseguiti interventi chirurgici senza anestesia totale, usando l’agopuntura. Devo la vita allo staff del professor Paolo Gontero, direttore della Urologia universitaria, e a Fabio Gobbi, il medico che ha praticato l’anestesia con questa tecnica innovativa. Voglio che tutti sappiano della qualità eccelsa di questo ospedale. Qui ho trovato una professionalità unica e una umanità davvero radicata in tutti, dal portantino fino al primario. Mi è sembrato un luogo di vacanza, perfino con un ottimo cibo”.

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“Mi è stato asportato un tumore – rimarca – che in altro modo non era operabile. Usando il robot il tumore non si rompe e non va in circolo, e dopo mi sono ritrovata solo con otto buchetti. Sono rimasta ricoverata neppure una settimana, poi ho salutato questo reparto splendido e sono tornata a Roma in treno”. “La mia vita di lavoro – spiega – è stata nel mondo della moda, per cui ero stata a Torino al Gft moltissimi anni fa, all’inizio della mia carriera. Ora lavoro nell’orto e nel giardino, ho tanti amici, e il Covid mi ha aiutata a riscoprire tante bellissime cose. Nella vita – afferma – non bisogna perdere tempo e si deve godere di ogni momento. Io ero spacciatissima già otto anni fa, ma sono sempre stata positiva. Occorre avere una buona volontà di sopravvivere e fidarsi sempre degli altri: attitudini che mi hanno salvata”.

Marta Zelioli

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