Il Premier Mario Draghi ora al Senato per le dichiarazioni prima del voto di fiducia che dovrebbe arrivare in serata.
Numeri alla mano, mascherina sul volto, voce ferma e sicura salvo qualche lievissima defaiance e qualche occhiata di traverso a chi, qualche volta, sembrava vociferare superando il suono della sua voce. E’ apparso così, Mario Draghi, nel suo primo “debutto in società”. Un debutto tutt’altro che semplice e che arriva dopo giorni turbolenti e frenetici; un debutto che si trascina dietro i malcontenti per i giorni passati e la speranza di giorni futuri diversi. Su di lui, “l’uomo che ha salvato l’Europa”, sono da giorni puntati tutti gli occhi, tra qualche visione illusionistica di chi rimpiange Giuseppe Conte e qualche malcontento, anche nella nuova maggioranza, di chi guarda al neonato Governo Draghi come all’ennesimo banco di prova il cui esito sarà fallimentare. C’è poi un’altra fetta, composta da coloro che sostengono il nuovo Premier e che auspicano davvero un cambio di rotta, nella speranza che Mario Draghi possa essere, stavolta, “l’uomo che salverà anche l’Italia”.
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E sulla scia del “whatever it takes“, l’ex della Bce ha dato prova di frasi ad effetto, citando addirittura Papa Francesco. “Le tragedie naturali sono le risposte della terra al nostro maltrattamento. Siamo stati noi a rovinare l’opera del signore”, ha detto Draghi riprendendo una postilla del Pontefice. E ancora, quando ha toccato diverse volte il tema della transazione ecologica: “Buon pianeta, non solo una buona moneta“. Il discorso ha avuto sapore interdisciplinare, passando da economia a storia. Ha studiato, Mario Draghi, ciò che fanno o hanno fatto gli altri Paesi; e ha così citato spesso la Germania o gli altri Paesi per richiamare azioni o buoni propositi. E non ha dimenticato le fasi di ricostruzione in seguito alla seconda guerra mondiale; soltanto che, questa volta, il nemico è il virus. “Il passato ha deluso la speranza”, ha detto Draghi; consigliando poi che bisogna “prevenire, più che riparare”. Quanto alla pandemia, una nuova massima a firma Draghi richiama la metafora tra luce e buio: “Che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia sia stata simile ad un’interruzione di corrente prima o poi la luce ritorna e tutto tornerà come prima”.
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Mario Draghi si è presentato al Senato, questa mattina, nel corso delle dichiarazioni prima del voto di fiducia, che dovrebbe arrivare, con tutta probabilità, entro stasera. Il Premier incaricato ha presentato il suo piano programmatico e ha toccato punti fondamentali partendo proprio da ciò che preoccupa l’Italia e chi ha il duro compito di guidarla in questa delicata fase di crisi economica, politica e sociale: la pandemia da Coronavirus e tutti i problemi che ne conseguono. Senza girarci intorno, il nuovo Presidente del Consiglio ha chiarito che il nuovo governo sarà europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell’Italia. E non ha fatto mistero che il programma sarà lo stesso lasciato dall’ex Governo Conte e da quelli precedenti: digitalizzazione, transizione ecologica, cultura, infrastrutture, formazione e ricerca, equità sociale e di genere, salute, filiera produttiva.
“Nella mia vita professionale non c’è mai stato un momento di emozione così intensa e di responsabilità cosi ampia”, ha cominciato Draghi, salvo poi rivolgere un altro pensiero a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato; a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. “Conosciamo le loro ragioni, siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni”, ha iniziato il premier salvo poi ribadire l’impegno di “informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”. Qualcosa che certamente non è accaduto in merito alla questione della riapertura degli impianti sciistici, il cui preavviso è arrivato meno di 24 ore prima.
“Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessita’ del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando e’ il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità“, prosegue Draghi. Quanto alla crescita economica, questa dipende non soltanto da fattori economici ma anche dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Poi, ha chiarito che questo governo ha lo “lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato”.
Il Presidente del consiglio ha citato anche le scuole: “Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà”. L’urgenza di recuperare il tempo perso richiede strategie efficaci. Le ragazze e i ragazzi – ha ricordato il Premier – hanno avuto il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza. E la Dad, pur garantendo la continuità del servizio, crea disagi ed evidenzia diseguaglianze. Per questo, c’è bisogno di far ritorno in aula.
Altro tema quello dei vaccini. “Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente”, ha detto Draghi. “Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”, aggiunge il presidente del Consiglio.
“Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”, ha proseguito Draghi. Quanto al Recovery, “la strategia per i progetti del Next Generation EU non può che essere trasversale e sinergica, basata sul principio dei co-benefici, cioè con la capacità di impattare simultaneamente più settori, in maniera coordinata. Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare, non solo dispiegando tutte le tecnologie a nostra disposizione ma anche investendo sulla consapevolezza delle nuove generazioni”, ha detto il premier.
Poi, un cenno alle quote rosa. L’obiettivo è quello di puntare ad un riequilibrio del gap salariale uomo-donna.
“L’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo. Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro“.
Un’altra sfida del nuovo esecutivo sarà il negoziato sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo. “Perseguiremo un deciso rafforzamento dell’equilibrio tra responsabilità dei Paesi di primo ingresso e solidarietà effettiva. Cruciale sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati“, ha detto il premier Mario Draghi . I tre perni restano Unione europea, Alleanza Atlantica, Nazioni Unite, “ancoraggi che abbiamo scelto fin dal dopoguerra, in un percorso che ha portato benessere, sicurezza e prestigio internazionale”. Quanto alla Riforma del fisco , Draghi pensa che andrebbe affidata ad una commissione di esperti: “Una riforma fiscale segna in ogni Paese un passaggio decisivo. Indica priorità, dà certezze, offre opportunità, è l’architrave della politica di bilancio“, aggiunge. Infine, ha concluso Draghi: “L’unità non è un’opzione, ma è un dovere verso qualcosa che ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”, ha concluso Draghi tra gli applausi, ovazioni e parlamentari in piedi.
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