I virologi in tv, tra dibattiti e dichiarazioni sono più presenti dei politici. Quanto può far bene all’informazione?

Mentre sembravano essersi placate le liti tra i partiti, ecco che riemerge un virologo a dare il via ad una nuova discussione. In una pandemia globale è normale che il ruolo degli scienziati abbia molto peso e il loro parere vale più di un politico che non può che affidarsi a loro sapere. Ma quando anche i virologi iniziato a litigare e contraddirsi e partecipare a dibattiti televisivi, forse anche più dei politici, diventa un dramma. 

E’ ricominciato tutto con l’apocalittico messaggio di Ricciardi. La sua volontà di riferire ai giornali quello che avrebbe voluto consigliare al Ministro della Salute Roberto Speranza ha scatenato un acceso dibattito televisivo e mediatico. La decisione resta politica e quindi le invettive e le critiche sono ricadute sul ministro Speranza. In questo periodo di incertezza sanitaria ci si affida al parere scientifico di grandi esperti virologi per limitare i danni il più possibile. La successiva decisione di Speranza ha buttato nel caos il neo governo Draghi, diviso tra i sostenitori di Speranza e l’ex opposizione ormai maggioranza leghista. Dunque, con il suo intervento mediatico Ricciardi ha smosso acque che sembravano essersi placate in favore di una sana e civile collaborazione aizzando di nuovo gli animi.

In un momento di crisi come quella che stiamo vivendo, sanitaria, socio-economica e anche politica, innescare anche una crisi all’interno della comunità scientifica non è il massimo. Il Cts infatti dovrebbe fornire pareri obiettivi basati su dati concreti finalizzati a guidare sulla giusta via le decisioni politiche. Tutta l’eco mediatico che da circa un anno hanno creato i virologi non ha di certo aiutato. Il comitato tecnico scientifico e tutti gli scienziati e virologi di altissimo profilo italiani dovrebbero essere di supporto alla politica e non imitarla parlando in televisione e ai giornali poichè non c’è nessun consenso e nessuna campagna elettorale ma lottiamo tutti per la stessa cosa, la sicurezza del paese.

Il caos politico dei virologi

Su tutte le reti sono sempre presenti virologi ospiti. Giustamente, i cittadini hanno il diritto di sapere l’opinione di persone esperte che studiano da sempre questo tipo di problema. Ma, come sempre, il caos è generato dalla sovrinformazione, l’eccesso di informazione che spesso si rivela discordante e confondente. Che i politici si contraddicano e siano in conflitto tra loro è una cosa normale a cui cittadini e media sono abituati. Ma che la scienza sia divisa e contraddittoria rischia di renderla inaffidabile.

Che sia la tv che utilizza i virologi o viceversa per aumentare i loro share non cambia molto la sostanza. La presenza massiccia, da circa un anno, dei virologi – quasi sempre gli stessi – sta diventando quasi ingombrante soprattutto se crea più disordini e caos di quanto già ce ne fosse senza.

Portare sulla scena mediatica quello che dovrebbe rimanere in un ambito di consulenza scientifica, quindi tecnica e dunque esterna alla politica rischia di far perdere il suo peso specifico e ridurlo a qualsiasi dibattito politico. Dovrebbe essere compito del politico riferire eventualmente il consiglio dell’esperto in base al quale motiva la sua decisione politica. E non viceversa con una sovraesposizione mediatica del virologo o dell’esperto di turno.

virologi

Lo share degli esperti in tv

Addirittura in un confronto di Reputation Science tra politici ed esperti, Crisanti e Ricciardi superano per share leader politici come Zingaretti e Meloni o Zaia e Fontana.  I virologi hanno occupato spazi mediatici molto importanti togliendo la scena spesso ai politici monopolizzando quasi il dibattito. La società dell’analisi e gestione della reputazione ha analizzato i dati dei contenuti degli ultimi giorni. Dal giorno del giuramento al primo posto troviamo Mario Draghi con il 28,6%. Seguono Salvini (8,6%), Di Battista (6,9%) ma dopo Renzi (6,3%) troviamo Ricciardi (5,1%) e Crisanti (3,8%).

In questi giorni, l’acceso dibattito sulla necessità o meno di un nuovo lockdown data la diffusione delle varianti ha scatenato tutti i “virologi star del Covid”. Nella classifica troviamo anche Massimo Galli, Matteo Bassetti, Burioni e Pregliasco, nomi che abbiamo imparato e che siamo abituati a vedere in televisione. Ma questa presenza degli esperti quanto può far bene all’informazione? Una presenza così pervasiva all’interno del dibattito politico – e non parallelo o coadiuvante – rischia di mettere la scienza e il parere scientifico sullo stesso piano mediatico di un discorso politico.

“Draghizzare i virologi per non disorientare il Paese”

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Come ha riassunto il parlamentare forzista Maurizio Gasparri “Bisogna draghizzare i virologi e farli parlare meno per non disorientare il Paese”. Il riferimento è alla comunicazione molto limitata del neo premier Mario Draghi. La sua intenzione è infatti far parlare i fatti. Vuole evitare il più possibile il dibattito politico in un’emergenza del genere, mettere in stand by le divergenze di partito e lavorare per collaborare.

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Ed è proprio fuori da questo clima che emergono le dichiarazioni e i dibattiti dei professori. Gli esperti virologi che sono in televisione e su tutti gli altri canali mediatici. Questa presenza di tante personalità, spesso con idee e opinioni in contrasto tra loro, generano panico e confusione tra la gente che non sa a chi credere. Disagio anche da parte dei media che non sanno a chi dar voce. Tanti input e eccesso di informazione porta solo un grande caos e non solo ai cittadini ma anche all’interno della classe politica. E questo non è certo il momento per dare tribolazioni.

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