Governo Draghi, nasce l’intergruppo Pd-M5s-Leu con il benestare di Conte

A Palazzo Madama è nato un intergruppo parlamentare tra Pd, M5s e Leu, i partiti che sostenevano Giuseppe Conte, con l’obiettivo di rilanciare il Paese. Un asse che sembra poter rafforzare il peso di Liberi e uguali e anche del Movimento 5 stelle, scosso dagli squilibri interni che agitano i pentastellati. 

Alla vigilia del voto di fiducia a Mario Draghi, iniziato questa mattina alle 10.00 al Senato, a Palazzo Madama ha preso forma un intergruppo parlamentare tra Pd, M5s e Leu. Loro, i partiti che sostenevano Giuseppe Conte nell’ormai ex maggioranza, si ritrovano ora coesi in un nuovo asse che poggia sulla volontà di stringere un accordo attorno ad un programma di governo. Un programma che trae fiato proprio dal Conte 2 e che guarda a quell’esperienza ormai passata per rilanciare il Paese. Non solo, perché tra gli obiettivi della coalizione c’è anche quello di fare opposizione a Forza Italia e Lega. E se la prima fa opposizione, non essendo scesa a compromessi, la Lega di Matteo Salvini è nella maggioranza: una contrapposizione interna, oltre che la formazione di una coalizione “dentro la coalizione” potrebbe far incrinare ancor di più già i delicati equilibri di governo.

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Un’iniziativa che ha trovato l’appoggio di Giuseppe Conte, che ha definito la coalizione “giusta e opportuna”, mentre, proprio alla vigilia del voto di fiducia al nuovo governo Draghi, in una nota congiunta a firma di Ettore Licheri, capogruppo del M5s al Senato; Andrea Marcucci del Pd; e Loredana De Pretis di Leu si annunciava la formazione del gruppo interparlamentare. “Abbiamo deciso, sollecitati da senatrici e senatori dei tre gruppi parlamentari, di intraprendere un’iniziativa comune: la costituzione di un intergruppo parlamentare che, a partire dall’esperienza positiva del governo Conte II, promuova iniziative comuni sulle grandi sfide del Paese, dalla emergenza sanitaria, economica e sociale fino alla transizione ecologica ed alla innovazione digitale“, si legge nella nota. Un gruppo che ha tutto il sostegno di Giuseppe Conte e che forse, in vista del domani, potrebbe tornare utile proprio all’ex Presidente del Consiglio.

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Un vantaggio per Conte? 

Avere tra le mani una coalizione già formata e un asse ben solido potrebbe permettere all’ex Premier, qualora dovesse ritornare in campo, di contare su una base pronta a sostenerlo. “In questa fase è ancora più urgente, l’esigenza di costruire spazi e percorsi di riflessione che valorizzino il lavoro comune già svolto e contribuiscano ad indirizzare la svolta ecologica e digitale e le riforme di efficientamento della Pa e della giustizia nel segno di una maggiore equità e inclusione sociale”, dice Conte. Oppure, probabilmente, converrebbe pensare di fare un asse unico, comune, quello di una maggioranza solida più che un gruppo nel gruppo. E se il centrodestra pensa di fare lo stesso e di stabilire una linea comune tra i partiti del centrodestra – tanto che Matteo Salvini avrebbe già incontrato il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani – il presidente di Italia viva, Ettore Rosato, si dice perplesso e così fa una parte dei democratici. “Pensiamo a rilanciare l’iniziativa del Pd e a farlo uscire da questa assurda subalternità. Intergruppi che guardano al passato hanno davvero poco senso. Pensiamo semmai al futuro“, commenta via social il deputato Matteo Orfini.

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