Pierò Pelù si appella al governo Draghi e chiede ristori per il mondo della musica e le sue maestranze: in seguito alla pandemia, questo è uno dei settori maggiormente colpiti.
La diffusione del Covid-19 ha creato non pochi disagi e problemi nel mondo del lavoro. Interi settori sono rimasti fermi per mesi e la ripresa non è stata – e ancora non è – facile. Se alcune categorie stanno tentando di risalire, con grande difficoltà, la china, molte altre navigano ancora in condizioni disperate: tra queste il mondo dell’arte e, in particolar modo, quello della musica.
A causa della pandemia, gli artisti che fanno soprattutto musica dal vivo sono stati costretti a rimanere a casa e rimandare a data da destinarsi i concerti previsti lo scorso anno. Ma il grande disagio non riguarda solo i cantanti o gli attori, bensì le maestranze che lavorano e ruotano attorno alla realizzazione degli eventi dal vivo. Questa categoria è una delle più colpite da tutta l’emergenza sanitaria e Piero Pelù, in occasione della presentazione del libro “Spacca l’infinito”, non ha esitato a lanciare un appello al nuovo governo.
“La situazione per lo spettacolo dal vivo è in una condizione disperata da ormai un anno – ha commentato l’artista – . È giusto pensare a dei ristori per il mondo della musica, ma che siano veramente spalmati come si deve e che non siano solo per i grandi enti”.
Con queste parole, Piero Pelù ha voluto lanciare un appello al nuovo governo Draghi, affinché si prenda in seria considerazione la grandissima difficoltà vissuta da chi lavora per e con la musica dal vivo.
“Capisco i grandi teatri, i grandi enti lirici che devono essere sostenuti, ma c’è anche tutto un mondo che ruota attorno alla musica – ha sottolineato il frontman dei Litfiba – , a cominciare dalle maestranze, che versano in condizioni disperate”.
“È fondamentale che chi ci governa si renda conto e agisca in maniera concreta e continuativa per sostenere tutte queste migliaia e migliaia di persone”, ha aggiunto ancora Piero Pelù.
E, proprio in merito alla possibilità di ascoltare la sua musica in un concerto, il cantante toscano ha espresso grandi perplessità: “Sul futuro della musica dal vivo ancora, purtroppo, si naviga a vista”.
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Il momento della presentazione del nuovo libro di Piero Pelù è avvenuto in una giornata delicata per il cantante, colpito dalla notizia della morte di Erriquez della Bandabardò.
Non solo un collega per Pelù, ma anche e soprattutto un amico fraterno con cui ha condiviso la passione per il mestiere.
“Per me è anche una perdita umana perché io ed Erriquez siamo stati bambini insieme, abbiamo iniziato a fare sogni legati alla musica insieme – ha spiegato Piero – . Quindi una perdita terribile per la musica e per tutti, per fortuna Erriquez e la Bandabardò ci hanno lasciato un grande patrimonio di canzoni meravigliose”.
Il pensiero di Pelù, poi, è stato rivolto proprio alla band e al suo futuro senza Enrico Greppi, anima della Bandabardò.
“Oggi mi sento orfano e naturalmente faccio i più grandi auguri alla Bandabardò affinché riescano a trovare una nuova formula che permetta alla loro musica di essere sempre rappresentata e suonata dal vivo perché c’è bisogno di quella musica”, ha sottolineato il cantante.
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