Le prime tensioni nel governo Draghi: scontro Lega-Pd inevitabile

Ancora prima del voto di fiducia alle Camere, il governo Draghi è preda delle prime tensioni. Conflitti e tensioni prevedibili data la composizione del governo, nonostante Draghi abbia chiesto la massima collaborazione e una sospensione del conflitto politico in questo periodo di emergenza. 

Domani e giovedì Draghi sarà prima al Senato poi alla Camera per il voto di fiducia ma il premier è già alle prese con i conflitti tra i vari partiti. Il primo fra tutti è la questione legata alle restrizioni atte a fermare l’avanzata del virus. La politica, come la comunità scientifica, è divisa sulla decisione di Speranza. In prima linea per un’apertura e quindi un’opposizione dura al lockdown e alle chiusure c’è la Lega di Matteo Salvini.

Tra le tensioni una comune, ovvero la richiesta interna alla maggioranza rivolta al premier Draghi. I leader si sono già lamentati di una mancanza di comunicazione o tardiva da parte del premier. Rimane dunque la richiesta che il presidente del Consiglio si confronti con le forze in Parlamento per il programma da portare avanti. Altra grana per il neo premier la scissione dei grillini e la crescente fronda del No interna al Movimento 5 Stelle.

Ma Draghi prosegue per la sua strada e il suo programma chiedendo ai partiti di evitare conflitti. Il premier prende in considerazione l’allarme dell’ISS e il governo studia le misure per tenere sotto controllo la diffusione della variante. Il piano di Draghi sarebbe utilizzare aeroporti e caserme per la vaccinazione di massa e istituire zone rosse ad hoc per arginare la diffusione delle varianti in tutto il paese. La strategia prevede interventi mirati ai paesi e alle zone focolai escludendo al momento un lockdown generale. La priorità rimane la vaccinazione e non saranno ridotte le misure di contenimento in vigore.

Dopo le richieste di moratoria delle polemiche e conflitti di partito per concentrarsi sulla risoluzione dei problemi, Draghi ascolta e non si pronuncia sulla tensione relativa al caso sci.

Tensioni di governo: Lega e Pd, arriva lo scontro

Il dibattito tra Lega e Pd era in agguato e c’era da aspettarsi un conflitto di questo tipo dato che le idee divergono da sempre sulla questione aperture e chiusure. Entrambi i partiti si sono impegnati per il bene del Paese e hanno scelto di lavorare fianco a fianco. Una scelta nobile da parte di tutti i partiti che hanno preso questa decisione ma rimangono opinioni discordanti e percezioni diverse del “bene del paese”. Sta infatti al premier Draghi trovare una via di mezzo e una linea che accontenti entrambe le fazioni e sia un compromesso di bene per il paese accettato da tutti. La convivenza di partiti così diversi e discordanti avrebbe inevitabilmente portato ad uno scontro su un argomento così importante. Divergenza aggravata dalla conferma di Speranza al Ministero della Sanità, che dopo le critiche di molti, soprattutto del centrodestra, non tutti sono stati felici di rivedere.

TENSIONI

La polemica è scoppiata dalla dichiarazione del consulente Ricciardi e la successiva decisione di Speranza di chiudere gli impianti sciistici dopo il via libera della settimana precedente. Il ministro del Turismo, il leghista Garavaglia sentenzia “è mancato il rispetto per gli operatori”. La decisione di poter riaprire il 5 marzo ha lasciato ancora più amareggiati poichè non avrebbe senso dato che la stagione invernale sarà al tramonto. Garavaglia contesta l’ordinanza di Speranza prendendo come modello il Veneto: “Per l’Italia serve un modello buono, come quello del Veneto.” “Invece del bonus monopattino, parliamo di incentivi per chi lavora in montagna. Non si deve parlare di turismo ma di industria del turismo.”

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Taglia corto il ministro Speranza dicendo “Mai fatto polemiche in questi mesi. E non ne faccio ora“. Secca la sua risposta “Dico solo che la difesa del diritto alla salute viene prima di tutto“. Ma i leghisti insorgono contro il metodo Conte, ovvero chi prendeva le decisioni in questo ambito fino a poco fa e non hanno affatto apprezzato la scelta di continuità di Speranza-Ricciardi-Arcuri. “E’ necessario un cambio di squadra a livello tecnico” chiedono i capogruppi della Lega. Ma l’opinione è condivisa anche dai governatori di regione come Zaia, Fontana e Fedriga.

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Le tensioni si sono concluse con una dichiarazione di pace da parte di Salvini che ha dichiarato “Questo è il momento di deporre l’ascia di guerra”. “Speranza ha vissuto un anno sotto pressione, non lo invidio, cercheremo di sostenerlo da tutti i punti di vista” rassicura Salvini.

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