Governo nuovo, Ministri diversi, ma con Mario Draghi alla guida dell’esecutivo le modalità non cambiano. Almeno fino ad ora.
Chi vedeva o sperava in un cambiamento nel nome di Mario Draghi dovrà forse aspettare un attimo prima di esultare vittoria. Lo stop allo scii fa infuriare Lega, parti sociali e lavoratori e a tornare è lo spettro di Giuseppe Conte , o meglio del suo modus operandi. I lavoratori, dopo i rimandi del Governo Conte, si trovano ora a dover affrontare i cambi repentini del Governo Draghi. E una prima dimostrazione è arrivata per l’appunto ieri. Gli impianti sciistici erano pronti per riaprire, dopo mesi di aut-aut. Ma domenica, neanche 24 ore prima, è arrivato lo stop che ha mandato all’aria giorni di sacrifici, di lavori e di impegni. E gli indennizzi, promessi, sembrano comunque non bastare. L’incubo Dpcm, varati all’ultimo e che modificavano i programmi di migliaia e migliaia di persone, sembra ritornare, aggiungendo al dramma e alla disperazione per la crisi economica anche la frustrazione di poche certezze e poche garanzie.
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Su Mario Draghi c’erano promesse e speranze di cambiamento, così come sulla sua nuova squadra di governo. La paura è che con il nuovo esecutivo tutto rimanga uguale al precedente e che di cambiamenti ce ne saranno ben pochi. La questione degli impianti sciistici, insomma, fa ben poco sperare circa il fatto che si assisterà ad un cambiamento ed anche in tempi recenti. Le prime tensioni cominciano già ad ingombrare il nuovo Premier, dopo la decisione di bloccare la riapertura degli impianti sciistici arrivata nella serata di domenica, a meno di 24 ore dalla riapertura. Una decisione, quella di Draghi – che ha seguito Roberto Speranza che a sua volta ha seguito Walter Ricciardi e il parere del Comitato tecnico scientifico – che non ha trovato riscontro nei Presidenti di Regione, in Confcommercio, nelle parti sociali e dei ristoratori. “Tutto era pronto per riaprire”, protestano gli esercenti che da tempo si preparavano alla riapertura, attrezzando gli impianti affinché fossero a norma nel rispetto delle norme anti-contagio.
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Da subito, Roberto Speranza è stato preso d’assalto dalle critiche ma ben presto è arrivata la presa di posizione da parte dello staff di Palazzo Chigi. “La posizione di Speranza è la posizione ufficiale di tutto il governo e non solo del responsabile della sanità”, chiarisce la nota. E non ci voleva molto, in effetti, per comprenderlo. Il Ministro è un braccio, il Presidente è il corpo. I tecnici, sono il bastone per reggersi. La decisione di chiudere gli impianti da sci e di bloccarne la riapertura fino al 5 marzo è stata presa in maniera congiunta, a causa del pericolo della maggiore trasmissibilità del virus derivante dalla variante inglese. L'”ordinanza della discordia”, insomma, è proprio di Draghi. Ciò significa che le critiche della Lega e degli altri partiti andrebbero dirottate lì, verso il Premier; ma, non dimentichiamolo: ora la Lega è alla maggioranza. E l’opposizione, è una sedia vuota.
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