Contro ogni pronostico, alla fine l’ex presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump è stato assolto al Senato nel procedimento di impeachment.
L’impeachment di Donald Trump si è concluso con una parola: assolto. L’ex presidente degli Stati Uniti d’America è stato infatti assolto al Senato nel procedimento di impeachment. I fatti risalgono allo scorso 6 gennaio, quando a Capitol Hill è stata scritta una delle pagine più cupe della politica americana e della democrazia in generale. Tutto è iniziato quando Donald Trump, il presidente uscente, ha annunciato di non voler riconoscere la vittoria di Joe Biden – poi riconosciuta dal Congresso – dando vita a uno sciame di protesta e di rivolta. Secondo Donald Trump, infatti, l’esito della tornata elettorale che ha visto trionfare il suo rivale – oggi alla Casa Bianca – non sarebbe nient’altro che l’esito di una frode elettorale.
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E così, dopo qualche minuto dall’inizio della seduta del Congresso che avrebbe dovuto ratificare formalmente la vittoria del presidente eletto Biden, centinaia di sostenitori di Donald Trump hanno preso d’assalto il Campidoglio. Un attacco percepito dall’opinione pubblica come un vero e proprio assalto alla democrazia americana. I fatti di quel 6 gennaio misero l’ex Presidente in un angolo e i funzionari dell’amministrazione Usa iniziarono a discutere la possibilità di invocare il 25 emendamento con lo scopo di rimuovere il Presidente dall’incarico. Seguirono, tra i suoi collaboratori, dimissioni a pioggia: all’interno del Partito Repubblicano fece passi indietro dopo qualche ora dai fatti Stephanie Grisham, capo dello staff e addetta stampa della first lady Melania Trump. Seguì la presa di posizione di Zuckerberg, che ha bloccato i social dell’allora Presidente dopo i fatti di Capitol Hill.
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Per condannare Trump all’impeachment erano necessari 67 voti al Senato. Ma i voti favorevoli all’accusa sono stati 57; quelli contrari 43. Tra i repubblicani, solo in 7 hanno votato per la colpevolezza di Trump. Trattasi di Richard Burr, Susan Collins, Bill Cassidy, Lisa Murkowski, Mitt Romney, Ben Sasse e Pat Toomey. Inutili le fatiche dei democratici per convincere l’opinione pubblica delle responsabilità di Trump nell’assalto di Capitol Hill. Si chiude oggi “un’altra fase della più grande caccia alle streghe nella storia del nostro Paese”, ha dichiarato Donald Trump dopo poco, promettendo di riprendere poco dopo il” viaggio insieme per raggiungere la grandezza americana per tutta la nostra gente”. L’ex presidente potrà quindi correre per le presidenziali del 2024, facendo intanto opposizione a Joe Biden. Di fatto, la sua base elettorale sembra essere rimasta intatta.
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