Carceri e Covid-19, rischio rivolte: stabilite le linee guida per la gestione degli scenari di rischio. Gabrielli: “Consentire una rapida, efficiente ed omogenea azione di contrasto”. Coinvolti anche militari e polizia locali.
A seguito degli episodi di rivolta nelle carceri alimentati dall’emergenza Covid, il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha reso nota la delineazione di linee guida per la pianificazione degli interventi in caso di scenari di rischio da parte di forze dell’ordine, polizie locali e forze armate. Nello specifico, tali linee guida permettono di tracciare “scenari definiti secondo un criterio di crescente minaccia (dalle iniziative di dissenso poste in essere in prossimità della struttura penitenziaria fino all’intervento eccezionale al suo interno) cui corrispondono schemi procedurali individuati al fine di consentire una rapida, efficiente ed omogenea azione di contrasto”.
Come si legge nella nota inviata a prefetti e questori, sarà dunque possibile convocare appositi Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica con la presenza del direttore del carcere e del comandante del Reparto di polizia penitenziaria di ciascuno degli istituti penitenziari presenti sul territorio. La Direzione investigativa antimafia fornirà sostegno alla stesura del piano, mentre il Comitato dovrà pianificare le misure da attuare esternamente al carcere.
La circolare sottolinea come l’intervento all’interno dell’istituto “è di natura assolutamente eccezionale e pertanto connesso con il verificarsi di eventi non ordinari”. Potrà dunque verificarsi “esclusivamente in via residuale e straordinaria e solo dopo che siano stati esperiti tutti i sistemi di contenimento e le risorse a disposizione dell’amministrazione penitenziaria”. Come viene sottolineato nel documento, inoltre, in caso di eventi di “straordinaria eccezionalità” potrà essere convocata l’Unità di crisi, con l’eventuale impiego dei reparti speciali (quali Nocs e Gis).
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Nel frattempo, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 50 detenuti ospitati nel carcere di Rebibbia, ritenuti coinvolti dei disordini avvenuti all’interno del penitenziario il 9 marzo del 2020 a seguito delle misure anti Covid-19. I pm Eugenio Albamonte e Francesco Cascini contestano, a vario titolo, reati di danneggiamento, sequestro di persona, rapina e devastazione. Già lo scorso 24 novembre, si ricorda, erano state emesse 9 misure cautelari in carcere nei confronti di alcuni rivoltosi.
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Sempre nel Lazio, la fase di vaccinazione degli operatori sanitari è giunta al termine, tanto che si sta procedendo con la somministrazione delle dosi ai cittadini over 80. Lunedì 22 febbraio partirà la campagna di vaccinazione per il personale scolastico, per poi proseguire con la popolazione carceraria. Secondo quanto spiegato dallo stesso assessore alla Sanità Alessio D’Amato nella commissione competente del Consiglio regionale, infatti, “a metà marzo si inizieranno le somministrazioni del vaccino anti-Covid anche ad una particolare categoria: il mondo delle carceri, personale e detenuti“.
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