Uccide la moglie: 47enne incastrato dalla app contapassi

Le nuove tecnologie sono fatali a un uomo che aveva deciso di uccidere la moglie ma non aveva fatto i conti con il suo telefonino

Moglie uccisa West
A sinistra l’assassino, Jeff West, a destra la vittima, Kathleen (Foto Shelby County Police HQ)

Se nel corso degli ultimi tempi le celle telefoniche stanno diventando sempre di più un elemento investigativo interessante di fronte a episodi criminali, da oggi bisogna aggiungere un aspetto inedito. Quello delle App.

Moglie assassinata

Un 47enne inglese, Jeff West, è stato infatti incastrato dalla sua App contapassi che aveva installato sul proprio smartphone. Un’applicazione come quelle scaricate da milioni di persone in tutto il mondo che per tenere d’occhio le calorie spese e il movimento lasciano al telefonino il compito di monitorare i propri movimenti.

Gli investigatori, dopo avere sequestrato il suo smartphone, hanno avuto accesso proprio alla App contapassi che aveva platealmente contraddetto quello che l’uomo aveva testimoniato. E cioè che mentre la moglie moriva era stato a letto a dormire. Ora è stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio premeditato. Sarebbe stato lui infatti a uccidere la moglie, Kathleen Dawn West, rinvenuta morta quello che sembrava essere uno strano incidente.

LEGGI ANCHE > Ladro spara alla nonna in casa: il bimbo di 12 anni lo uccide

La ricostruzione

L’uomo aveva costruito la scena del delitto in modo minuzioso. Sfruttando quello che era il passato della moglie, un ex spogliarellista con qualche precedente legato a una dipendenza da alcol, aveva creato un incidente nel quale la donna sembrava essere rimasta uccisa da una banale caduta da ubriaca. In realtà era stato lui a colpirla alla testa con una bottiglia e lasciandola stordita e senza soccorsi fingendo poi di essere rimasto a letto per tutto il tempo. Era stato lui a denunciare la morte della donna la mattina dopo, raccontando di essere andato a dormire mentre la donna stava bevendo pesantemente.

I fatti risalgono al 2018 ma ci sono voluti due anni e mezzo per ricostruire una vicenda investigativa lunghissima a causa dei continui tentativi di depistaggio da parte dell’omicida. La condanna definitiva è di pochi giorni fa motivata da prove schiaccianti. Mentre la moglie stava morendo l’uomo avrebbe aperto più volte la porta e le finestre di casa che erano allarmate compiendo un gran numero di passi all’interno e al all’esterno dell’appartamento. Una ricostruzione resa possibile grazie al telefonino, che l’uomo aveva con sé, e che ha contraddetto la sua versione dei fatti.

Gestione cookie