Secondo Andrea Ammon, la direttrice dell’Ecdc (l’Agenzia Ue per la prevenzione e il controllo delle malattie) ci sarà un aumento di casi Covid, nei prossimi mesi, “a meno che le misure non farmaceutiche, come distanziamento, telelavoro ove possibile, restrizione agli spostamenti, mascherine e igiene mani, non vengano continuate o addirittura rafforzate.” La variante inglese Covid preoccupa. Il rischio associato a un’ulteriore diffusione del Covid nell’Ue è “attualmente valutato come alto-molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili”, scrive l’Ecdc nella sua analisi del rischio che prende in considerazione anche le altre due varianti, quella sudafricana e quella brasiliana. Per il Centro europeo per il controllo delle malattie i paesi dovrebbero accelerare le campagne di vaccinazione, poiché le varianti hanno “maggiore trasmissibilità e potrebbero determinare una maggiore gravità della malattia”, inoltre “i vaccini con licenza esistenti potrebbero essere efficaci solo parzialmente o in gran parte meno efficaci.”
La Ammon, basandosi sui dati dell’Ecdc ha continuato dicendo: “Raccomandiamo agli Stati membri di continuare a sviluppare o aumentare le loro capacità di sequenziamento insieme a misure complementari come test, ricerca dei contatti, isolamento dei casi e messa in quarantena dei loro contatti.” L’Ecdc ribadisce inoltre di essere a favore di “un certificato di vaccino per Covid-19 che documenterebbe se a qualcuno è stato somministrato il vaccino, il numero di dosi e il tipo di vaccino somministrato per scopi medici. Non vi sono prove sufficienti sull’efficacia della vaccinazione nel ridurre la trasmissione ai viaggiatori esenti con prova di vaccinazione da quarantena e/o test.” I viaggi non essenziali dovrebbero essere evitati e prosegue l’Agenzia: “La stanchezza da pandemia, cioè la mancanza di motivazione nel seguire le misure protettive sembra aumentare in alcuni contesti, e questo deve essere affrontato con urgenza se si vogliono evitare ulteriori ondate di infezione.”
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La variante inglese
Sulla variante inglese oggi è intervenuto anche il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, secondo il quale “i numeri attuali di Covid-19 suggeriscono che siamo sul filo del rasoio, in una situazione che rischia di peggiorare, e il prossimo futuro deve essere di grande attenzione continua.” Secondo il virologo, infatti, la variante inglese potrebbe espandersi in 3-4 settimane rischiamo di trovarci nei guai in alcune aree, dove potrebbe diventare predominante nel giro di questo poco tempo. Pregliasco ha continuato dicendo: “In Lombardia, per fare un esempio, siamo al 30%. In Italia si rischia un andamento via via a macchia d’olio, con alcune aree che vedranno questa variante predominare in breve tempo, prima di altre. Se la variante Gb si diffonde, l’effetto sarà la risalita della curva. non è chiaro se questa variante è anche più letale. I dati ancora non sono così robusti, ma qualche segnale di maggior letalità c’è. Se siamo in una situazione epidemiologica non entusiasmante diventa più complessa la vaccinazione.” E conclude dicendo: “Se la struttura sanitaria è impegnata nel trattamento dei malati Covid e nell’affrontare l’impatto dell’epidemia, diventa un problema in più gestire la convocazione per le iniezioni scudo. E il risultato “real life” che vediamo all’estero, nelle aree in cui la campagna di immunizzazione è più avanti, mostra quanto sia importante vaccinare in fretta”.