Impianti sciistici in Val d’Ossola riaprono per protesta. Coldiretti: addio alla stagione sciistica ha un costo di 10 miliardi a indotto
Dopo i ristoranti della Liguria che hanno deciso di restare aperti ora lo fanno anche gli operatori dello sci. Se il governo sceglie la linea della chiusura, loro restano aperti ugualmente. Sta accadendo a Piana di Vigezzo, in Piemonte, in Alta Ossola. Nonostante lo stop da parte del governo, gli impianti continuano a funzionare regolarmente.
I gestori nonostante il divieto del ministro Speranza, hanno scelto di protestare: “Ancora venerdì la Regione ci aveva assicurato l’apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. E così lo abbiamo fatto”, dice Luca Mantovani, uno dei titolari della società che si occupa degli impianti in quell’area.
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Al momento non vi sono notizie di altre proteste in altre località sciistiche ma sono certamente tutti concordi in una dura critica al governo, per aver deciso per lo stop a poche ore dall’apertura, dopo aver preparato ogni cosa. La scelta del ministro Speranza ha messo in crisi tutti, poiché le piste erano ormai pronte, gli skipass prenotati, gli hotel pronti, le persone pronte a partire per le ferie. Il governo ha comunicato che vi saranno dei ristori immediati.
Anche la Coldiretti spiega che chiudere gli impianti significa che vi saranno effetti non solo sulle piste da sci ma su tutta l’economia che gravita attorno al turismo invernale. Il valore stimato di tale economia prima che ci fosse il Covid era tra i 10 e 12 miliardi di euro l’anno.
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Governatori furiosi per lo stop
Tutti i governatori dal Veneto al Piemonte sono furiosi per la scelta del governo di stoppare la riapertura degli impianti sciistici. Il governatore del Piemonte Alberto Cirio si è detto “allibito da questa decisione“. Luca Zaia, governatore del Veneto, chiede indennizzi agli operatori dello sci per il ritardo con cui la scelta del governo è sopraggiunta.
“Manca rispetto per la mancanza”, afferma il presidente della Valle d’ Aosta, Erik Lavevaz. Infine interviene Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, affermando che quello del governo è “metodo inaccettabile“.