Il giuramento dei ministri ha visto protagonisti alcuni ritorni. Oltre alle conferme dell’esecutivo uscente, sono ritornati alla guida dei dicasteri persone come Brunetta e la Gelmini dopo circa un decennio. Questa politica dell’eterno ritorno, però, è indicativa di una stagnazione della classe politica che fa fatica a lasciare il posto. Su questa scia, il ritorno di Bassolino a Napoli solleva le polemiche.
I forzisti scelti da Draghi come Ministri del suo nuovo esecutivo sono figure già note della classe politica. Tra i tre, il ritorno meno atteso è sicuramente quello di Renato Brunetta alla Pubblica Amministrazione. Dopo l’esperienza allo stesso Ministero durante il governo Berlusconi III. Le sue invettive contro i dipendenti pubblici e gli agenti della polizia risuonano ancora tra le mura dello stesso ministero in cui ritorna. La sua riforma inoltre, non ha creato benefici e 10 anni dopo la situazione non è certo migliorata. Oggi la semplificazione della Pubblica Amministrazione è un requisito necessario per ottenere i fondi del Recovery. Forse affidarsi all’uomo che 10 anni fa ne ha decretato il fallimento della PA non è stato di certo saggio. Sperando che questa seconda volta, 10 anni dopo possa dare risultati migliori.
Appartenente allo stesso governo, Maria Stella Gelmini protagonista delle fortissime contestazioni studentesche a causa della sua riforma della scuola e i relativi tagli, rientrata in linea solo grazie all’intervento del presidente Napolitano. La più indipendente e meno odiata per il suo passato Mara Carfagna, molto lontana e a volte in disaccordo con i colleghi Brunetta e Gelmini. Dallo spirito più liberale e aperto che in quello stesso governo era ministra delle Pari Opportunità.
Spinto dall’entusiasmo di vecchi ritorni, anche Antonio Bassolino dichiara di voler ritornare come Sindaco di Napoli.
Bassolino ritorna a Napoli per unire “le forze migliori”
“Mi candido sindaco di Napoli. Fare il sindaco è stata l’esperienza più importante della mia vita e sento il dovere di mettermi al servizio della città.” Una chiamata che sa quasi di vocazione come descrive con un post su Facebook l’ex sindaco Bassolino. “Napoli prima di tutto, prima di ogni interesse di parte” continua con quello che sembra essere ormai il leit motiv della politica italiana. Una mobilitazione generale per salvare l’Italia mettendo da parte ogni valore e ideale di partito che da una parte mostra i suoi nobili intenti, dall’altra sa di giustificazione ad un estremo trasformismo.
“Siamo dentro una crisi senza precedenti. Si apre una fase nuova per il paese e a Napoli serve una svolta, in primo luogo sul piano economico-sociale e civile.” Chiama una collaborazione da parte di tutti, sulla scia di quello che è l’andamento in seno all’amministrazione centrale. “Quando vogliamo e si crea il giusto clima di collaborazione sappiamo fare come e meglio di altri. E’ dunque fondamentale chiamare a raccolta le forze migliori e valorizzare le energie giovani: è nelle loro mani il nostro futuro” conclude Bassolino. Un’amministrazione dei migliori dunque, che vuole valorizzare i giovani, ma attraverso vecchie figure della politica. La critica più forte arriva dal Movimento 5 Stelle che sottolinea quanto Napoli abbia “bisogno di discontinuità da un passato recente e remoto”.
Più aperta alla collaborazione la reazione di Italia Viva che attende l’esito del Pd. La coordinatrice Graziella Pagano non ritiene la candidatura di Bassolino un ostacolo al lavoro del centrosinistra. “Non so quanto consenso avrà ma è sicuramente una candidatura da rispettare e da apprezzare, perchè invece di attendere l’incoronazione del Pd ha fatto un’altra scelta, quella di un uomo che vuole mettersi al servizio di Napoli“.
La dichiarazione della candidatura di Bassolino ha scatenato reazioni a catena all’interno del centrosinistra. L’alleanza Pd-M5S spingerà per la candidatura di Enzo Amendola mentre altre forze potranno scendere in campo con nuove candidature.
Il ritorno di Bassolino: “la sua immagine è associata alla munnezza”
Non tarda ad arrivare neanche il commento dell’attuale sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Premettendo il suo rispetto dichiara: “sinceramente trovo davvero non sostenibile una proposta di questo tipo”. Il sindaco di Napoli ritiene questa candidatura anacronistica poichè “c’è un tema generazionale, di innovazione in politica, soprattutto ne riguardi di chi per 20 anni nel bene e nel male ha governato i nostri territori”. Inoltre, questo ritorno è una questione di immagine. “Il giudizio su Bassolino è consegnato alla storia. La sua immagine è associata al peggior periodo della storia di Napoli, quando nel mondo si associava la città all’immagine della munnezza.” Per de Magistris è impossibile non ricordare e non ricondurre la figura di Bassolino all’immagine dei rifiuti e dopo tutti gli sforzi fatti per eliminare questo immaginario comune non vuole che Napoli ritorni a certe associazioni.
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Dopo la stagione dei processi che sta ampiamente vincendo ha intensificato la sua presenza politica sui social. Sono ben 19 le sentenze di assoluzione nei processi in cui è stato imputato a causa di vicende legate alla sua presidenza della Regione Campania. A lui però si devono gli anni d’oro del Rinascimento napoletano in cui è stato sindaco della città dal 1993 al 2000. La sua popolarità raggiunge picchi elevatissimi grazie alla spolveratura dell’amministrazione dalle ombre della vecchia Dc e dei coinvolgimenti con Tangentopoli. Con la carica di Ministro del Lavoro però non ha lo stesso successo e men che meno come presidente della Regione Campania. Dopo 10 anni il Pd gli vieta di ricandidarsi ponendo al suo posto Vincenzo De Luca.
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Oggi si candida da solo per Napoli. Chissà quali altri sconvolgimenti e ritorni porterà l’effetto Draghi sulla politica italiana.