Il Presidente incaricato, Mario Draghi, ha indicato più volte qual è ora la priorità: vaccinare. Sembra quindi voglia rivoluzionare il piano vaccinale seguito siano ad ora. Tanti i punti toccati: digitalizzazione, call center nazionale, potenziamento del personale, innalzamento a 65 anni dell’età limite per AstraZeneca, velocizzare vaccinazione insegnanti. E ancora, un numero maggiore di dosi a disposizione.
La proposta
Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, ha definito il piano vaccinale seguito sino ad ora «una partita amatoriale», sottolineando la necessità di «alzare il livello alla Champions League». Per far ciò è necessario che qualcuno si occupi a 360° dell’organizzazione. L’aver più volte ribadito la necessità di vaccinare gli insegnanti il prima possibile fa pensare che Draghi possa attuare una rivoluzione. Rivoluzione che riguarderebbe la somministrazione del vaccino AstraZeneca. L’OMS ha dato il via libera anche per i più anziani, ma l’Italia, a differenza di Germania o Francia che hanno alzato il limite di età a 65 anni, è ferma a 55 anni. Questo renderebbe difficile vaccinare tutti gli insegnanti. Gianni Rezza ha però confermato che si terrà presto un tavolo tecnico durante il quale si parlerà di autorizzare la somministrazione di AstraZeneca fino a 65 anni.
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Altra questione importante riguarda la maggiore disponibilità di dosi. In merito a questo, è probabile che Draghi annuncerà presto buone notizie provenienti da Bruxelles. Due sono le strade diverse da seguire: o fare pressione sulle case farmaceutiche ad aumentare le forniture; essere pronti a sfruttare al massimo l’autorizzazione del nuovo vaccino che arriverà per metà marzo. A questo punto, torna prepotente il problema della mancanza di personale. Draghi sta lavorando per trovare delle soluzioni che portino ad un potenziamento del personale sanitario, alla digitalizzazione e ad una gestione più centralizzata che permetta alle Regioni di muoversi insieme e non in ordine sparso.