Processo per gli abusi in Vaticano, spunta lettera della presunta vittima a Papa Francesco del 2017. «La notte si infilava nel mio letto»
Circa quattro anni fa, L.G., presunta vittima di abusi sessuali nel Preseminario San Pio X in Vaticano, scrisse una lettera a Papa Francesco per raccontare quanto avveniva nella strutta. La missiva, datata 9 giugno 2017, è ora agli atti del processo in corso davanti al Tribunale del Vaticano, in cui è imputato anche don Gabriele M., all’epoca dei fatti compagno di seminario di L.G. e presunto violentatore.
Nel testo, anticipato da Il Messaggero, la presunta vittima fa riferimento a «violenze psicologiche e fisiche». «Le violenze – scrive – avvenivano nella maggior parte dei casi di notte. Mi ritrovavo Gabriele M. sdraiato nel mio letto che mi abbassava i pantaloni del pigiama. Alcune volte trovavo la forza di ribellarmi e lo cacciavo con calci e pugni. Questo generava sempre una vendetta nei miei confronti. Subivo rimproveri o castighi».
Già nel luglio del 2013 L.G. inviò una lettera anche all’allora vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, visto che la diocesi, attraverso l’Opera don Folci, gestisce il Preseminario. La presunta vittima, sempre nella lettera, si dice «sfinito dalle mortificazioni», terminate nell’allontanamento immotivato dal coro della Cappella Giulia. «La sofferenza purtroppo con gli anni non è finita. Anche oggi soffro di incubi, disturbi del sonno e crisi di panico. Le violenze subite, abbinate al ricatto e all’indifferenza di preti, vescovi e cardinali mi hanno trasformato in una persona chiusa in se stessa e hanno abbassato la mia autostima».
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Nel corso dell’ultima udienza è stato inoltre ascoltato l’imputato. Alla sbarra con lui c’è anche l’allora rettore monsignor Enrico R., accusato di negligenza nella sorveglianza della struttura. Durante il suo esame il sacerdote ha parlato di accuse infondate, volte a screditare il Preseminario, negando le ricostruzioni dell’accusa. Poi ha spiegato che divideva la stanza, oltre che con il suo accusatore, con un altro ragazzo, oggi prete.
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Per Gabriele M. questo sistema impediva che si compissero abusi senza che nessuno se ne accorgesse. Si torna in aula, davanti al presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone, il 24 e 25 febbraio prossimi. Saranno ascoltati come testimoni i vescovi della diocesi di Como, monsignor Oscar Cantone e il suo predecessore monsignor Coletti.
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