Il piano vaccini per combattere il Covid appare ancora in costante aggiornamento: l’ultima variabile prevede, finita la fase 1, la vaccinazione dei pazienti con malattie croniche. Ecco tutte le fasi della campagna di vaccinazione aggiornate in base al nuovo testo messo a disposizione dal ministero della Salute.
Il ministero della Salute ha deciso di aggiornare il Piano Strategico Nazionale dei vaccini attraverso un nuovo testo definito Raccomandazioni ad interim sui gruppi target. Il testo è stato approvato l’8 febbraio e “l’obiettivo del documento è quello di individuare, l’ordine di priorità delle categorie di cittadini da vaccinare dopo quelle della fase 1 (operatori sanitari e sociosanitari, personale ed ospiti dei presidi residenziali per anziani, anziani over 80 anni). In particolare l’obiettivo specifico è quello di stabilire l’ordine di priorità con particolare rilievo a considerazioni di carattere sanitario, definito sulla base del criterio del maggior rischio di letalità correlato al Covid-19“. Insomma, lo scopo del testo aggiuntivo è quello di stabilire le priorità per le categorie della fase 2, in un momento in cui si è ancora fermi alla fase 1 (riservata a personale sanitario e sociosanitario, agli ospiti e al personale delle Rsa e agli ultraottantenni).
E a chi sarà riservata la priorità della fase 2? Alle persone estremamente vulnerabili. In sostanza, ai malati cronici con patologie incompatibili con il Covid, che saranno vaccinati con i Pfizer e Moderna. Nel testo è possibile leggere: “Le indicazioni sono che i vaccini a cui, sulla scorta delle informazioni attualmente disponibili, si attribuiscono maggiori capacità protettive da malattia (vaccini che impiegano la tipologia dell’RNA messaggero) vengano riservati alle categorie di soggetti connotate da maggior rischio di letalità correlata al COVID-19; e che sia ha inoltre altrettanto ragionevole che il vaccino di AstraZeneca sia offerto preferenzialmente a soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide. Tenuto conto di tali indicazioni, potrà quindi da subito essere avviata, in parallelo a quella dei soggetti prioritari della prima fase (con i vaccini a mRNA), la vaccinazione dei soggetti di età tra i 18 e 55 anni con il vaccino AstraZeneca, a partire dal personale scolastico e universitario docente e non docente, le Forze armate e di Polizia, i setting a rischio quali penitenziari e luoghi di comunità e il personale di altri servizi essenziali“.
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Le quattro fasi del piano vaccini
Attualmente ci troviamo nella fase uno, che – oltre a personale sanitario, personale delle Rse e ospiti delle strutture – in alcune regioni sta includendo anche gli anziani over 80. In totale l’insieme di queste categorie dovrebbe comprendere 6 milioni e 483.000 italiani. Per quanto riguarda la seconda fase, invece, come già anticipato riguarderà i soggetti con patologie valutate come “particolarmente critiche in quanto correlate al tasso di letalità associata a Covid-19“: si tratta di pazienti affetti da malattie respiratorie, cardiocircolatorie, condizioni neurologiche e disabilità, diabete ed endocrinopatie severe, fibrosi cistica, patologia renale, malattie autoimmuni, malattie epatiche e cerebrovascolari, patologia oncologica, sindrome di Down, trapianto di organo solido, grave obesità, soggetti con Hiv. Il nuovo documento, inoltre, prevede tra le fasce prioritarie nella fase 2 anche gli over -70. La fase 3 prevede invece il personale docente e non docente, forze armate e di polizia, i penitenziari, i luoghi di comunità e gli altri servizi essenziali, circa 3.894.847 persone. E qui c’è un sostanziale cambiamento: queste persone potranno esser vaccinate da subito, parallelamente alla fase 1. La vaccinazione, attraverso il vaccino AstraZeneca, riguarderà in questo caso le persone comprese tra i 18 e i 55 anni. Seguirà poi la quarta fase, che comprende 20 milioni e 533.289. Quest’ultima fase riguarderà la parte restante della popolazione over 16, e utilizzerà i vaccini a disposizione.
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Si tratta, tuttavia, di un programma sul quale restano non pochi dubbi, soprattutto perché resta soggetto a costanti aggiornamenti. A creare incertezza, le poche rassicurazioni sulle dosi previste e il dubbio arrivo dei nuovi vaccini. Ad ogni modo, al di là di ogni modifica sul cronoprogramma, il principio fondante dovrebbe restare immutato: in cima alla lista delle priorità ci sono i più fragili e le categorie più esposte al rischio Covid. Nel frattempo emergono anche nuove informazioni a proposito del sistema di prenotazione: una prima piattaforma è stata messa a disposizione da Poste italiane ed è stata adottata da Sicilia, Marche, Campania e Abruzzo. Altre regioni, tuttavia, hanno preferito procedere in solitaria. La scelta garantirà rapidità e buona amministrazione del territorio, o procurerà una frammentarietà dei protocolli?