Fascismo, per l’Anpi è uno “sfregio ideologizzante” l’anagrafe antifascista ma anche anticomunista istituita a Genova. Dopo il voto in Consiglio comunale i partigiani sostengono che “un bel ripasso di storia farebbe bene a tutti”
Dopo il voto di ieri in Consiglio comunale a Genova sull’istituzione di un’anagrafe antifascista e anticomunista interviene con una ferma condanna l’Anpi cittadina. “Una mozione inaccettabile che va contro la realtà della storia e che dimostra scarsa o nessuna conoscenza della verità dei fatti, un vero sfregio ideologizzante, che è passata con il sì della maggioranza, l’astensione dei sei consiglieri di Pd e Lista Crivello e cinque contrari (M5S). Ai cancelli di Auschwitz, il 27 gennaio 1945, si presentarono i soldati dell’Armata Rossa: non certo i consiglieri del centrodestra. Ecco perché oggi è stata una brutta giornata per la nostra città e per chi siede nell’aula rossa di Tursi. Un bel ripasso di storia farebbe bene a tutti”.
Anagrafe antifascista, la condanna dell’Anpi
L’Anpi di Genova ricorda “quanto scrisse l’Anpi nazionale in occasione di un voto del Parlamento Europeo nel settembre 2019. Si esprimeva – continua – profonda preoccupazione per quella risoluzione in cui si equiparano nazifascismo e comunismo, per altro in palese contrasto con la risoluzione antifascista, antinazista e antirazzista del 25 ottobre 2018. In un’unica riprovazione si accomunano oppressi ed oppressori, vittime e carnefici, invasori e liberatori, per di più ignorando lo spaventoso tributo di sangue pagato dai popoli dell’Unione Sovietica, più di 22 milioni di morti, e persino il simbolico evento della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa. Davanti al crescente pericolo di nazifascismi, razzismi, nazionalismi, si sceglie una strada di lacerante divisione invece che di responsabile e rigorosa unità”.
Per l’associazione partigiana a Genova si è ripetuto lo stesso errore, aggravandolo. L’Anpi si augura poi che al più presto giunga dal Consiglio comunale un chiaro segnale di radicale ripensamento, “nel solco dei principi che ispirarono la nostra Carta Costituzionale e la collocazione del nostro paese in un’Europa Unita, figlia dell’antifascismo e delle donne e uomini che si opposero ai regimi nazifascisti. Invece si è votata una mozione che di fatto cancella quello che è stato l’apporto fondamentale nella Resistenza e ancor prima già dall’impegno antifascista del Partito Comunista e dell’impegno democratico dello stesso Pci nell’assemblea Costituente. Terracini la presiedeva dopo aver fatto, da antifascista, galera e confino”.
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Il Pd si scusa per l’astensione
Il Pd di Genova si scusa e parla di “errore” per la scelta di astenersi in Consiglio. Sul voto sull’anagrafe si sono scatenate le reazioni negative di altri partiti di sinistra e centrosinistra e, sui social, di iscritti e simpatizzanti dem. “Il voto è stato un errore – scrive in una nota il gruppo Pd in Comune -. Il documento, nell’impegnativa, da una parte sosteneva ancora una volta la raccolta firme per l’anagrafe antifascista, dall’altra introduceva un’equiparazione storicamente inaccettabile“. L’equiparazione di fascismo e comunismo, continua il Pd, “è un insulto alla memoria della città medaglia d’oro alla Resistenza. Riconoscimento dovuto anche al sacrificio di tanti comunisti genovesi“.
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Il centrosinistra, nella seduta precedente del Consiglio comunale, aveva già portato a casa il risultato dell’istituzione dell’anagrafe antifascista quindi “l’astensione voleva difendere quello strumento, per il quale da subito abbiamo fatto sì che la raccolta firme raggiungesse i genovesi”. Già ieri sera i consiglieri Alessandro Terrile, Cristina Lodi e Alberto Pandolfo avevano chiesto scusa per l’errore. L’ordine del giorno è stato approvato con i voti del centrodestra e di tre consiglieri di Italia Viva, l’astensione del resto del centrosinistra e il no del M5s.