Birmania, altre proteste: incidenti, coprifuoco e legge marziale

Si è notevolmente alzato il livello della tensione in Birmania a otto giorni dal colpo di Stato che ha riportato al governo i militari

Un manifestante durante la protesta delle pentole a Yangon (Getty Images)

Una giornata di scontri, a tratti anche piuttosto cruenti, in particolare a Yangon e Naypydaw, la capitale della Birmania, dove migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il governo militare che da lunedì scorso a preso il controllo del paese.

Birmania, tensione in strada

Anche questa mattina si sono verificati nuovi scontri che sono stati fronteggiati dalle forze dell’esercito e della polizia con l’impiego della forza. Autoblindo e alcuni idranti hanno caricato la folla nel tentativo di disperdere i dimostranti. Ci sono stati degli scontri con alcune persone contuse e ferite. Una soglia di tensione notevolmente più alta rispetto a quella riscontrata la settimana scorsa o anche domenica scorsa quando era nata la cosiddetta ‘protesta delle pentole’.

Le manifestazioni di piazza risulterebbero essere spontanee, nate in modo particolare da gruppi di lavoratori. Ieri a Naypydaw erano scesi in piazza operai e metalmeccanici, oggi gli insegnanti.

La risposta da parte del governo militare è stata molto dura. Indetto il coprifuoco con l’istituzione della legge marziale in tutto il paese. Nelle principali città sono numerosi i posti di blocco armati.

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Le reazioni internazionali

Nel distretto di San Chaung della città, dove gli assembramenti sono stati vietati, decine di insegnanti hanno manifestato lungo la via principale usando con aria di sfida il saluto con le tre dita alzate che è diventato uno dei simboli della protesta stessa.

Sono più tesi, ora, anche i rapporti tra la Birmania e la comunità internazionale. Le prime proteste erano state presentate ufficialmente da alcuni paesi confinanti, gli Stati Uniti, la settimana scorsa, avevano chiesto chiarimenti al governo militare del paese che lunedì scorso aveva arrestato la premier Aung San Suu Kyi e diversi altri funzionari e dignitari del paese.

Oggi la Nuova Zelanda ha ‘sospeso tutti i suoi contatti politici e militari di alto livello con la Birmania’: lo ha reso noto la premier Jacinda Ardern. Il paese neozelandese diventa così il primo al mondo ad isolare la giunta militare birmana in seguito al colpo di Stato nel Paese.

Stefano Benzi

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