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Cronaca

Inseguita e accoltellata per strada, fermato il suo convivente

La 47enne Luljeta Heshta è stata uccisa nella giornata di ieri, accoltellata per strada a Pedriano di San Giuliano Milanese. Le autorità hanno fermato il suo convivente, un uomo di 43 anni di nazionalità albanese.

Luljeta Heshta, la donna inseguita e accoltellata in strada – meteoweek.com

Fermato il presunto responsabile dell’omicidio di Luljeta Heshta, la donna di 47 anni uccisa a coltellate nella giornata di ieri a Pedriano di San Giuliano Milanese. Secondo quanto viene reso noto dall’ANSA, le indagini – che sono state svolte dalla tenenza di San Giuliano e della sezione operativa della stessa tenenza, coordinate dalla procura della Repubblica – hanno permesso di rintracciare nel giro di 12 ore e di sottoporre a fermo il convivente della donna, un uomo di 43 anni di nazionalità albanese.

Assassino trovato grazie ai testimoni

Secondo quanto è stato spiegato in videoconferenza stampa dal procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, l’identificazione dell’omicida è stata possibile grazie al “contributo fattivo” di diversi testimoni. “Questa è la settima vittima di femminicidio dell’anno. Un dato sconsolante. Si fa tanto per poter evitare situazioni di questo tipo ma, purtroppo, il rischio è sempre molto alto”, ha sottolineato Chiaro durante la conferenza. E ha aggiunto: “L’unica nota di parziale conforto è data dal fatto che, in questo caso, i passanti hanno dato un contributo fattivo . C’è chi ha filmato addirittura il soggetto che si allontanava. Chi si è reso disponibile a venirlo a riconoscere in caserma”.

Grazie quindi alle testimonianze e al coraggio di chi ha assistito alla drammatica scena, le autorità hanno potuto “capire subito come era vestito l’uomo“. In particolare, ha spiegato il comandante della Compagnia di San Donato Milanese Luca Ciravegna, è stato “utile il particolare delle scarpe rosse. Molto importante anche riuscire a sottoporre subito il fermato a individuazione di persona. E qui due dei testimoni l’hanno riconosciuto senza dubbio alcuno. Quindi il contributo dei cittadini è stato determinante”.

Il decreto di fermo scattato dunque per il 43enne albanese è stato firmato circa 12 ore dopo l’omicidio. L’assassino si trova ora in carcere a Milano, ma è previsto il trasferimento a Lodi dopo la convalida. Nel frattempo è stata disposto l’esame autoptico sul corpo di Luljeta Heshta, programmato per giovedì 11 febbraio.

Noto per precedenti, ha ucciso Luljeta Heshta per gelosia

Luljeta Heshta – meteoweek.com

Sempre secondo quanto si apprende dalle fonti, avrebbe diversi precedenti di polizia per lesioni e armi, il 43enne fermato per l’omicidio di Luljeta Heshta. La donna, tuttavia, pare non abbia mai presentato denunce per maltrattamenti nei confronti del convivente. Come spiegano le autorità, l’uomo avrebbe “raccontato della gelosia” che l’ha portato a strappare la vita della donna, aggredita e accoltellata barbaramente in strada. Secondo quanto ricostruito in videoconferenza, infatti, pare che prima di accoltellarla per cinque volte, il compagno l’abbia presa violentemente a pugni.

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“Sono colpi che hanno determinato conseguenze notevoli, tant’è che nonostante il tentativo di intervento non è stato possibile sottrarre la donna al suo triste destino”, ha evidenziato il Procuratore durante il punto stampa. L’uomo, tuttavia, pare che ancora non abbia “ammesso i fatti”, e anzi, avrebbe persino negato tutte le accuse nei suoi confronti – nonostante il suo cellulare ha agganciato una cella in zona dell’aggressione. Ciò che avrebbe invece “ammesso” è “di aver avuto discussioni per gelosia“.

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Come riportato da La Repubblica, Luljeta Heshta era nata a Peqin, in Albania, ma abitava a Milano da almeno dieci anni. Nella sua terra natale aveva lasciato suo figlio, un bambino di 10 anni. Come tante altre sfortunate, si prostituiva nei pressi della rotonda di ingresso a Melegnano da viale Repubblica, dove si incrociano la Binasca e la via per Pedriano. Una zona, quella, dove il mercato del sesso pare essere tra i più floridi della città, e dove molte donne che condividevano il suo stesso lavoro sono state oggetto, nel corso degli anni, di violenze e aggressioni.

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