Non si capisce bene che cosa sia successo a Panguipulli in Cile, ma di sicuro la folla ha reagito duramente all’uccisione di un giovane
Per qualche ora si è temuto il peggio, scontri di piazza simili a quelli che si erano verificati lo scorso anno in tutti gli Stati Uniti dopo l’uccisione di George Floyd, l’afroamericano morto soffocato durante un arresto a Minneapolis il 29 maggio scorso.
Si sta ancora cercando di capire quello che è accaduto a Panguipulli, un piccolo centro del Cile meridionale teatro di alcune violente proteste da parte degli abitanti nei confronti della polizia. Stando a quanto riferito da un media locale, Radio BioBio di Santiago, un giovane di 27 anni, Francisco Andrés Martínez Romero sarebbe rimasto ucciso dopo un fermo da parte della polizia.
In Cile, paese che ha una lunga storia di violenze da parte dell’esercito culminato con una lunghissima dittatura militare del generale Pinochet, episodi come questo erano già capitato in passato e avevano scatenato violentissime proteste. Per questo episodio, in modo particolare, si è scatenata una vera e propria rivolta. Prima ancora che venisse spiegato che cosa era successo e che la polizia fornisse una versione ufficiale dell’accaduto, alcune decine di persone hanno letteralmente assaltato la sede della municipalità del Comune applicandole fuoco.
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Stando a quanto alcuni testimoni hanno raccontato il giovane, un giocoliere che lavorava agli angoli delle strade chiedendo piccole offerte ai passanti, avrebbe opposto resistenza ai militari. L’episodio è degenrato durante un banale controllo di documenti per una identificazione. Quello che è successo dopo è poco chiaro. Francisco Romero era uno studente. Viveva a Santiago e che si trasferiva nel sud per continuare a studiare e guadagnarsi da vivere con la sua arte. Faceva il giocoliere con scimitarre e palline, disegnando e confezionando giocattoli.
I Carabineros lo hanno fermato chiedendogli di seguirli in commissariato. Ne sarebbe nata una discussione e pare che uno degli agenti, forse spaventato da una delle scimitarre che il ragazzo usava per i suoi esercizi gli abbia sparato. Prima un colpo a terra, poi uno alle gambe e infine uno mortale al petto.
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Anche la protesta degli abitanti era iniziata in modo pacifico per poi esplodere in un violento episodio di guerriglia urbana. Molte le persone che hanno assaltato il comune al grido di “giustizia giustizia” per quello che sembrava essere ‘un omicidio intenzionale’.
In un comunicato i vertici dei Carabineros hanno sostenuto che l’agente Juan Guillermo González, protagonista dell’episodio abbia gito per legittima difesa”. Ma un magistrato ne ha disposto la carcerazione preventiva con l’accusa provvisoria di ‘omicidio con arma da fuoco’.
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