Suo nonno muore di Covid:”In Paese sono considerato l’untore, ma non l’ho portato io il Covid”

Suo nonno Mario, 91 anni è morto di Covid e lui, Riccardo Frosi, 20 è considerato l’untore in Paese. Il giovane si è rivolto al sindaco

Riccardo Frosi-Meteoweek.com

Tutta la famiglia di Riccardo Frosi, 20 anni, contagiata dal Coronavirus e suo nonno Mario ha perso la vita. Ma oltre al dolore per quanto accaduto, se ne è aggiunto un altro: per gli abitanti di Castelverde (Cremona), l’untore è Riccardo. “I miei amici mi hanno detto che giravano queste voci. Ho pianto, perché sono rimasto sorpreso, poi mi sono arrabbiato, perché non mi aspettavo queste calunnie e sono andato dal sindaco“, ha raccontato il giovane.

Riccardo è un perito chimico e appassionato di musica, suona la batteria. È cresciuto a Castelverde dove il nonno gestiva con la moglie il bar dell’oratorio. “Un paese quasi Covid free”, dice il sindaco Graziella Locci. Nel mese di gennaio sono esplosi i contagi, da 2 a 43 e si è creato un cluster per via di una festa privata organizzata da alcuni ragazzi a Marzalengo, il 29 dicembre.

Il sindaco aveva avvisato i cittadini “richiamandoli alla responsabilità”.  Riccardo a quella festa non c’è andato. “Ero a casa con i miei”, sostiene, ma a casa Frosi il Covid è giunto ugualmente: “Siamo sempre stati attenti a rispettare tutte le precauzioni sanitarie”. Eppure nonna, padre e zio hanno preso il virus. Nonno Mario purtroppo è deceduto.

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Riccardo accusato di essere “untore”

Poi la scoperta di essersi ritrovato addosso l’etichetta di “untore”. “Si diceva che io fossi andato a quella festa. Molti ragazzi che vi hanno partecipato si sono contagiati. Hanno detto che io ho contagiato i miei familiari”, racconta Riccardo, “perché sono stati soprattutto gli adulti a dirlo”. Riccardo si è quindi rivolto al sindaco. “Ho pensato che l’avrebbero ascoltato, volevo mettere a tacere questa falsità, per me ma soprattutto per rispetto di mio nonno e della mia famiglia. Mi sono sempre comportato bene”.

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La sindaca Locci è rimasta stupita: “Non avrei mai immaginato che un appello di responsabilità fatto ai cittadini si potesse trasformare in una caccia all’untore. È positivo il fatto che Riccardo abbia avuto la forza di manifestare il suo disagio. Rivolgendosi a me, si è sentito supportato. Ho deciso di comunicare ai cittadini che lui non c’entrava nulla. Li ho richiamati al fatto che il Covid non si combatte cercando il colpevole, ma assumendo, tutti, comportamenti responsabili”. Riccardo fa un appello agli adulti. “Essendolo dovrebbero capire che hanno sbagliato, che non è tollerabile un comportamento del genere, si facciano un esame di coscienza”.

Anna Di Donato

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