Matilda muore a 2 anni, ma i giudici hanno respinto il ricorso contro la sentenza di assoluzione di Antonio Cangialosi. I legali della mamma: “Resta un caso di giustizia negata, nessuno è colpevole della sua morte”.
Respinto il ricorso resentato dai legali della madre di Matilda, la bambina uccisa con un colpo alla schiena a due anni, nel 2005, a Roasio (nel Vercellese). Per i giudici della Quinta Sezione penale della Cassazione è inammissibile il ricorso presentato contro la sentenza di assoluzione dell’ex compagno Antonio Cangialosi. La mamma della piccolina, Elena Romani, era stata già assolta in via definitiva come sollecitato dal sostituto procuratore generale della Suprema Corte.
“Amarezza per non aver dato giustizia a Matilda”
Secondo quanto si apprende all’ANSA, nella serata di ieri i giudici della Quinta Sezione penale della Cassazione hanno respinto il ricorso contro la sentenza di assoluzione del 2018 dell’ex compagno Antonio Cangialosi pronunciata dalla Corte di Assise di Appello di Torino. La piccolina, morta nel 2005 a soli due anni, rimane dunque senza giustizia.
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Non esiste colpevole per la morte della bimba, e si dicono insoddisfatti gli avvocati della mamma. “Resta l’amarezza per non aver dato giustizia a Matilda. Resta un caso di giustizia negata, dove nessuno è responsabile della sua morte. Ora toccherà alla scienza spiegare le ferite a fegato, reni e a una costola della bimba. Sedici anni dopo non c’è stata giustizia“, ha spiegato l’avvocato Roberto Scheda, legaledi Elena Romani insieme al collega Tiberio Massironi.
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Il giorno della morte della bimba, spiegano i legali della donna, c’erano solo loro due in casa. Il pm Paolo Tamponi aveva chiesto per il compagno della madre 8 anni, in quel processo avvenuto in seguito alla decisione della Cassazione di riaprire il caso. Le lesioni sul corpo di Matilda, sottolineava poi l’accusa, sarebbero state provocate quando la bambina era insieme proprio a Cangialosi. Si parla di un terribile colpo, probabilmente un calcio, che le danneggiò seriamente la milza, provocò il distacco del rene destro e così come anche seri danni costali. L’uomo era stato accusato di omicidio preterintenzionale, ma è stato infine assolto per non avere commesso il fatto.