Nonostante abbia generato una crisi di governo in un periodo difficile già per l’Italia che si trova ad affrontare una pandemia globale e una crisi economica, molti oggi possono ringraziare Renzi per aver dato una svolta ad un governo in stallo.
La crisi di governo innescata dall’ex premier fiorentino ha rallentato tutto e molti lo hanno criticato per il tempismo. Lo stratega però ha messo in luce le fragilità del governo che si è sfaldato su molti punti e soprattutto non è riuscito a ricompattarsi. Non sono riusciti a trovare una maggioranza e hanno fallito anche le esplorazioni di Roberto Fico, presidente della Camera. Questo denota il fallimento della politica, ma sancisce la vittoria di Renzi che confessa che la vera vittoria è stata avere Mario Draghi al palazzo Chigi. Lo definisce il “miglior premier” che potessimo avere in questo momento, e il suo incarico lo rende felice ancor più delle dimissioni di Conte.
Ma anche se è stato Renzi a generare tutto ciò, non è l’unico a essere contento dell’uscita di scena di Giuseppe Conte e non solo. Il malcontento era alle stelle a causa dei vaccini, la questione scuola, divieti discutibili dei dpcm ma soprattutto riguardo la questione economica. Le attività in crisi, molte costrette a chiudere, lavoratori in cassa integrazione che non percepiscono nulla, altissimo tasso di disoccupazione. L’economia italiana è in ginocchio e i bonus non hanno risolto il problema.
Non solo Conte: Bonafede, Arcuri e Speranza tra errori e critiche
L’Europa ci ha dato le risorse, siamo il paese che riceverà più aiuti dall’Unione. Il piano è fondamentale per aiutare chi è in difficoltà oggi e per investire per non far ricadere sul futuro danni troppo ingenti. Con l’approvazione del Recovery Fund al Parlamento europeo è iniziata la lunga trattativa sul Recovery plan. Ma i disegni di Conte non stavano bene a molti all’interno del Parlamento. Gli errori di Conte sull’economia gli sono costati la fiducia e la credibilità.
Un’altra figura per cui molti partiti, soprattutto del centrodestra, sono contenti che sia stata generata una crisi di governo è il ministro Bonafede. Il premier Conte si è dimesso prima che questo potesse andare sotto processo nella discussione in Parlamento. La sua relazione sulla riforma della giustizia, depurato da ogni riferimento politico, ha evitato uno scontro pesante in aula in Senato soprattutto.
Come è ovvio che sia in una pandemia globale, il piano vaccinale è una priorità. Il problema rimane per tutta Europa a causa dei rallentamenti da parte di Pfizer ma in Italia non abbiamo ancora un calendario. A questo la colpa si attribuisce al commissario speciale per l’emergenza sanitaria Arcuri e ovviamente al ministro della Sanità, Roberto Speranza. Quest’ultimo, inoltre, si è dimostrato incapace di creare un piano sanitario nazionale e aiutare le regioni in difficoltà, scontratosi più volte con le Regioni. La mancanza di personale sanitario e di terapie intensive rimane, nonostante oggi i numeri siano più confortevoli.
Domenico Arcuri è stato uno dei punti di scontro tra Italia Viva e Conte. Il suo commissario straordinario ha diviso le forze di governo, spesso criticato dall’opposizione e non solo anche dagli stessi dem oltre che da Italia Viva e da Calenda. Molto probabilmente a Mario Draghi toccherà sollevarlo dall’incarico motivato dai tanti errori che ha commesso e dai forti ritardi sulla consegna dei dpi.
I punti di rottura tra Renzi e Conte, fra tutti anche la scuola
Anche portavoce del premier Conte Rocco Casalino era una figura poco amata da molti al governo e all’opposizione. Tra lui e Matteo Renzi non vi era un rapporto idilliaco, ma oggi si arriva alle querele. L’ex concorrente del Grande Fratello è stato protagonista di molte gaffes e spesso le sue dichiarazioni sono state poco appropriate. Fino all’ultimo il portavoce di Conte si ritorce contro lo stesso premier. Definito da molti mitomane e pretenzioso, Casalino è una figura che molti saranno contenti di non vedere più nei palazzi istituzionali.
Un punto fondamentale di come dovrebbe essere un buon governo in questo momento per Mario Draghi è l’istruzione. Puntare sull’istruzione, investire sulla Next Generation perchè è ai giovani di oggi che si lascerà questo debito da risanare. Ed è proprio il capo del Miur che è stato oggetto di polemiche. La Ministra Azzolina è stata criticata da quasi tutte le forze politiche e dalle Regioni. Appoggiata a volte solo dal premier Conte, caparbia proseguiva per la sua strada fondata su convinzioni poco condivisibili.
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La riapertura altalenante degli istituti, le soluzioni finite nei magazzini delle scuole come i banchi a rotelle. Provvedimenti che hanno investito risorse in modo completamente inefficace e che sarebbero potute essere investite in altro. Ci sono regioni in cui vi è carenza di istituti a norma, classi sovrannumerarie e mancanza di personale scolastico in tutta Italia. Sono questi i veri problemi della scuola, le assunzioni e i concorsi bloccati. Riaprire le scuole a scaglioni ha destabilizzato e confuso solo di più i ragazzi che dalla Didattica a Distanza si ritrovavano di nuovo fra i banchi e viceversa.
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Nella scuola come nella sanità e come nella giustizia c’è bisogno di certezze e di provvedimenti adeguati e conformi al periodo di crisi che il paese si trova ad affrontare. La vittoria di Renzi per aver spazzato via dai palazzi non è solo di sua, voluta e beneficiata da molti. Un esecutivo che non funzionava più doveva per forza lasciare il posto ad altro, e forse l’arrivo di Mario Draghi fa pensare che questa crisi di governo sia stata una fortuna.