L’ennesima crisi di governo ha portato il presidente della Repubblica ad una scelta obbligata: un governo istituzionale. Che sceglierà un governo politico o tecnico, sarà l’ex presidente della Bce a guidare il paese. Dato che le forze di governo non sono state in grado di trovare un accordo per una maggioranza, Supermario arriva in soccorso dopo il fallimento della politica italiana.
L’arrivo di Mario Draghi, l’economista italiano più apprezzato dall’Europa e dall’estero ha fatto subito schizzare la borsa e ha fatto tirare un sospiro di sollievo a Bruxelles. Ma nonostante ciò, si percepisce un reale fallimento della politica italiana. Il presidente della Repubblica Mattarella è stato chiaro: non c’è tempo per andare al voto, serve immediatezza. Stiamo vivendo un periodo di crisi economica, sociale e sanitaria, probabilmente il voto non avrebbe portato a nulla e il capo dello Stato preferisce la sicurezza e la stabilità dell’ex presidente della Bce perchè è proprio l’Europa che ci sta con il fiato sul collo per l’approvazione del Recovery Plan. L’Italia è stata beneficiata complessivamente di quasi 300 miliardi di aiuti e non sono ammessi più errori. Tra banchi a rotelle e monopattini, qualche errore si è fatto nella gestione del Recovery fund.
L’Europa è molto scettica nei confronti delle capacità della politica italiana di prendere decisioni in questi periodi di crisi. Ma confida in Draghi che se ha salvato l’euro whatever it takes, salverà anche per il suo paese in piena crisi.
Mario Draghi è l’uomo di alto profilo che molti partiti all’interno del Parlamento stavano aspettando come Tajani predicava da un po’, e ci si chiede se la mossa politica di Renzi, in contrasto con Conte proprio sul Recovery plan, non abbia agito con il benestare di più teste. La missione renziana è compiuta, ora a capo del governo c’è qualcuno che realmente può risollevare le sorti di questo paese alla deriva. Ma questo è un chiaro segnale che la politica italiana ha fallito.
La classe politica non è riuscita a trovare una maggioranza che funzioni durante la crisi più grave che abbiamo dal dopoguerra. La maggior parte è rimasta insistente sulle sue posizioni senza guardare alla pandemia che dilaga e una crisi economico-sociale che affligge gli italiani. Il mandato esplorativo del presidente della Camera Fico è fallito, tutte le consultazioni sono fallite.
Arriva Draghi, le posizioni contrastanti anche qui. Lo sfaldamento del Movimento 5 Stelle e le posizioni contrastanti all’interno della Lega. Il Pd che cerca di convincere il Movimento a sostenere Draghi denota le loro divergenze interne. Tutto questo conferma anche la fragilità dell’uscente governo. Era attaccato con la colla Conte ma appena si è mossa una carta, è caduto il castello. Due partiti che fino ad un anno fa predicavano l’irremovibilità da una impossibile coalizione l’una con l’altra. Zingaretti “mai con i 5 Stelle” e Di Maio “mai con il Pd” e poi si ritrovano a guidare insieme un paese in piena crisi dalla rilevanza storica.
Conte con i suoi grillini e i dem non ha saputo fronteggiare questo peso. Alla fine ha dovuto cedere per lasciare il posto alla competenza dell'”alto profilo” di Mario Draghi che non si identifica con nessun partito politico. E questo forse oggi è un bene perchè è evidente che al momento la politica ha fallito. Non esiste una maggioranza da quando è caduto Conte, l’unico che è stato capace – almeno per un po’ – di tenere insieme grillini e democratici. Forse è stato questo uno degli errori di Conte: cercare di far funzionare un governo giallorosso.
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L’errore più grave di Conte, però, che ha portato a questa crisi è stata la gestione e la progettazione economica del Recovery fund. Un piano ridicolo nonostante la pressione di Bruxelles e gli avvertimenti di Gentiloni. Non lo hanno certo aiutato i ministri dell’Economia Gualtieri in questo caso e il ministro Bonafede, ministro della Giustizia che avrebbero crocifisso in Senato.
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Non era facile gestire un momento del genere ma gli errori sono stati troppi. Il governo Conte bis non ha saputo rispondere alle esigenze del Paese. I bonus e i ristori che non arrivano, le casse integrazioni, il problema scuola e il decreto semplificazione, la mancanza di medici e infermieri, di terapie intensive e piano per le infrastrutture. Infine, il Recovery plan. Di sicuro la politica del governo uscente ha funzionato e forse questo governo servirà a ristabilire nuovi equilibri e creare nuove intese così da poter far confidare in una ripresa della politica italiana.
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